Come ho già detto nel post precedente quella appena passata è stata un'estate facilmente definibile "all'ingrasso". Putroppo, a causa della mia indole debole e manipolabile, non si è trattato di un sano e godurioso ingrasso, con portate magari di cinghiale, pesce a volontà, polenta con baccalà (questo però l'ho mangiato, per fortuna), salumi di origine controllata, e quant'altro la dolce penisola sia in grado di offrire di appetitoso sopra un piatto; il più delle volte in bocca finivano patatine (wackos, pringles, e soprattutto una marca di nicchia capace di produrre e mettere sul mercato delle patate al pepe buonissime ma che mettevano una sete bestiale dopo appena due assaggi), merendine varie, e 4 salti in padella: ovvere tutta roba che d'ora in poi viene semplicemnte catalogata come "troiai".
Tra le altre cose mi sono finiti tra le mani, e poi in bocca, tre nuovi prodotti che non potevo certo esimermi dal provare.
1) Il gelato di Indiana Jones.
Dopo il film è toccato al gelato farmi tornare indietro nel tempo, quando osservavo in televisione (i predatori e il tempio maledetto) e poi al cinema (l'ultima crociata) le avventure del dottor Jones con occhi sognanti e la mente che mi trasportava già all'età adulta, perso in qualche deserto dell'Egitto e impegnato in improbabili scavi archeologici. Ne ho comprata un'intera scatola, quando sono stato lasciato imprudentemente da solo a vagare tra gli scaffali del supermercato, e da quasi un mese è pressochè integra all'interno del mio congelatore. Ne ho mangiato uno solo, e ne ho offerti due sogghignando e con quella vena bastarda che da piccolo a carnevale mi spingeva a distribuire a destra e a manca gomme da masticare all'aglio, poi ho represso nel profondo qualsiasi malsana tentezione di mangiarne un'altro. E' una specie di magnum dalla forma soltanto un po' ondulata, e leggermente più piccolo del gelato dell'algida (grazie al cielo!): all'interno è completamente fatto di vaniglia, mentre all'esterno una preoccupante glassa arancione (si, avete letto bene, proprio arancione tipo maglia dell'Olanda) è zebrata, se così si può dire, da delle piccole linee di cioccolato. Fin qui niente di preoccupante, anzi: la vaniglia è uno dei gusti che preferisco, ma il problema non era quello, quanto come penso vi starete domandando: di cosa era fatta la glassa esterna? Non lo so, e in tutta sincerità non ho voluto scoprirlo leggendo gli ingredienti. So solo che aveva il gusto delle Big-Babol, e non dico di fragola ma proprio di chewingum. Una cosa abominevole: ad ogni morso non facevo che sentire in bocca quel saporaccio schifoso che si veniva a creare dall'unione della glassa con la vaniglia (il cioccolato si sentiva assai pochino), e non facevo altro che sperare che quel morso si rivelasse l'ultimo.
Per gli altri due rimando la descrizione di qualche giorno. Il solo ricordo del gelato di Indy mi ha disgustato fin quasi al vomito.
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