lunedì 31 marzo 2014

Abissi d'acciaio

Più riguardo a Abissi d'acciaio
La vita moderna ha divorziato dalla natura, da qui vengono i guai.

Ma soprattutto c’era il rumore che è inseparabile dalla vita: il suono di milioni di persone che parlavano, ridevano, tossivano, si chiamavano l’un l’altra.

La cosa che più gli piaceva in lei era il buonumore: la sua visione cinica della vita richiedeva un antidoto.

Continuerà ad essere così finché non capiremo cos’è che muove il nostro cervello, finché esisteranno cose che la scienza non può misurare. Che cos’è la bellezza, o la bontà, o l’arte, o l’amore, o Dio? Ci muoviamo sulla frontiera dell’inconoscibile e cerchiamo di capire ciò che non può essere capito. È questo che ci fa uomini.

Isaac Asimov

lunedì 24 marzo 2014

Appuntamento a Samarra

Più riguardo a Appuntamento a Samarra

Avrebbe voluto con tutto il cuore poter ritornare a letto, ma sapeva benissimo che, se vi fosse ritornato, non avrebbe fatto altro che pensare e si rifiutava di pensare prima di aver bevuto un caffè.

Non è vero che si conosca meglio una persona solo perché si divide con lei lo stesso letto e lo stesso bagno. Lui solo fra tutti gli esseri umani sapeva che Caroline “a” o “ahi” nei momenti di grande estasi; lui, lui solo la conosceva quando si lasciava andare, quando lei stessa non sapeva se fosse follemente felice o follemente triste. Ma ciò non significa che la conoscesse veramente. Tutt’altro. Significava semplicemente che, quando le era vicino, le era vicino più di chiunque altor, ma che (e questa era la prima volta che gli balenava tale pensiero), quando le era lontano, lo era forse più di chiunque altro.

A un tratto lo sguardo di Caroline si addolcì in un modo tutto suo: sembrava che volesse sorridere e poi decidesse all’improvviso di rimandare il sorriso di qualche istante.

E poi c’erano gli altri. Persone odiose che non dovevano fare nulla di particolare per rendersi tali, lo erano e basta.

Le donne che la conoscevano in genere la trovavano simpatica pur non classificandola “una brava ragazza” e pur non fidandosi troppo di lasciarla in compagnia dei loro mariti e fidanzati. Aveva, sì, fiducia in lei, ma non altrettanta nei loro uomini.

Julian provava quella terribile eccitazione, quello strano, elettrizzante groppo al petto e all’addome che precede sempre una punizione ancora ignota, anche se ben meritata. Sapeva di averla fatta grossa.

La cosa peggiore era che il riflesso del sole sulla neve dava fastidio agli occhi e ti costringeva a sorridere quando ancora non eri pronto.

“Avete litigato? Oh, ma certo che dovete aver litigato!” “E invece no. È strano, vero? Non c’è stata una lite vera e propria, una scenata. Non è così facile. Perché dopo una lite si può sempre fare pace, in fondo.”

Sua moglie, invece, era rimasta un po’ istupidita, esterrefatta. Piangeva, ma non si sentiva dolore nelle sue lacrime.

Era una cosa strana e quasi nuova sentire Caroline piangere: aveva gli stessi singhiozzi, lo stesso modo di trattenere il respiro, ma con una voce più ferma. Era quella la novità, il timbro più fermo, la voce matura. La bimba in abiti da donna, che non avrebbe mai più potuto indossare abiti da bambina...

John O'Hara

venerdì 21 marzo 2014

Have you ever seen the rain

Someone told me long ago
There's a calm before the storm,
I know
It's been comin for some time.

When it's over, so they say,
It'll rain a sunny day,
I know
Shinin down like water.

I want to know, have you ever seen the rain
I want to know, have you ever seen the rain
Comin down on a sunny day

Yesterday, and days before,
Sun is cold and rain is hard,
I know
Been that way for all my time.

'Til forever, on it goes
Through the circle, fast and slow,
I know
It can't stop, I wonder.

I want to know, have you ever seen the rain
I want to know, have you ever seen the rain
Comin down on a sunny day

Yeah!

I want to know, have you ever seen the rain
I want to know, have you ever seen the rain
Comin down on a sunny day

Performed by Creedence Clearwater Revival

lunedì 17 marzo 2014

Ballando a notte fonda

Più riguardo a Ballando a notte fonda

La maggior parte del tempo che passava con queste amiche, in realtà lo trascorreva con se stessa, sentendosi come da qualche altra parte, al di là del proprio corpo, dietro a esso e mai di fronte.

La gioia si diffondeva in lei e la riempiva, al punto tale da farle sembrare il corpo troppo piccolo per accoglierla – facendole aumentare i respiri per contenerla, comprimerla e farla stare a posto nel suo cuore.

È questo che accade? Continuiamo a mentire a noi stessi al punto che non riusciamo nemmeno a capire che nostro marito non ci ama più?

Voleva l’amore, ma non voleva che la sua ricerca iniziasse nel letto di qualcuno.

“La paura è un fantasma, “ le disse. “Abbracciala e tutto ciò che vedrai fra le tue braccia sarai tu.”

Preferirebbe il Vietnam a un’infanzia di violenze da parte di persone di cui in teoria ci si dovrebbe fidare.

Volevo. Tutto quello che potevo sentire era il mio corpo e quella cosa nel petto che voleva esplodere. Che si stava schiudendo.

Era cominciato a succedere da dopo i trent’anni, seppellendo amici che erano morti troppo giovani. Quindi sapeva che la morte era dentro di le, dentro di lui anche.

La fine della propria vita la preoccupava molto poco, fintanto che ogni mattina era lì con lui.

Aveva smesso di credere che la gente volesse dei consigli. Volevano essere guardati e ascoltati da qualcuno che amavano.

Andre Dubus

venerdì 14 marzo 2014

Maddalena e madonna

C'erano pile di libri sottolineati di rosso e di blu
c'erano articoli e leggi che oggi non ricordo più
E c'era la sigaretta fumata di fretta all'uscita del bar
tabacco e profumo per sentirmi un uomo
lontano da casa da mamma e dal mare e c'eri tu
Maddalena e Madonna stretta sotto la gonna
la mia voglia di averti allora
e c'erano 10 vagoni
2000 terroni al binario 3
valigie e borsoni
e dai finestrini lo sguardo d'amore più triste che c'è
gente del sud stipata sui treni
sorrisi e canzoni e la voglia di andare ancora
e c'era l'amore che cambiava il colore del cielo il sapore del vino
l'odore dell'aria al mattino era solo per te
che scrivevo cazzate su un foglio a quadretti e canzoni in barrè
c'era la primavera la prima sera davanti al Bibò
un bacio un errore non restarci male
ti voglio bene ma è meglio di no
e notti da frate indovino a sputare il destino in fondo a un caffè
come un moscerino che affoga nel vino
cercando un profumo che altrove non c'è
profumo di te
Maddalena e Madonna ogni tanto ritorna
la mia voglia di averti ancora
e c'era l'amore che cambiava il colore del cielo il sapore del vino
l'odore dell'aria al mattino era solo per te
che scrivevo cazzate su un foglio a quadretti e canzoni in barrè
nanana
era solo per te che scrivevo cazzate su un foglio a quadretti e canzoni in barrè
e canzoni in barrè
era solo per te
ed è ancora per te

Performed by Brunori SAS

lunedì 10 marzo 2014

Sofia si veste sempre di nero

Più riguardo a Sofia si veste sempre di nero

Dell’Inferno nessuno le ha mai raccontato molto. Ha capito che i diavoli e le fiamme non esistano davvero, ma non cosa c’è al posto loro. Il brutto dell’Inferno le sembra proprio il non sapere com’è.

Di quanto fragili le sembrassero, da bambina, le presunte sicurezze della vita: le famiglie erano come sommergibili sotto il tiro di disgrazie casuali, bombe di profondità lasciate partire dall’alto dei cieli in una battaglia navale tra te e l’imperscrutabile volontà di Dio. 

A lei non piacciono il buio né il silenzio perché sono vuoti, ed è quel vuoto che la spaventa. Il temporale invece è denso e pieno, fatto di luci e suoni, vivo.

Non è proprio possibile essere liberi in un mondo governato da un dio?

Da allora cominciò a pensare che la gente va aiutata anche senza motivo, anzi soprattutto in quel caso, per il semplice fatto che qualcun altro ha aiutato te al momento giusto, come un debito che si trasmette tra chi allunga la mano e chi affoga, e che non finisci mai di saldare.

Le donne si costruivano un’immagine di te ed era quella che amavano, finché non si stancavano dell’immagine oppure l’immagine si discostava tanto dalla realtà da non essere più credibile ai loro occhi.

L’intelligenza non è saper fare, è saper imparare.

Se tu fossi Hakim Bey scriveresti questo in fondo al libro, che l’amore è la zona di autonomia più temporanea che ci sia.

Roberto, che aveva appena cominciato a morire, si convinse di esser un uomo semplice in mezzo a donne complicate: a lui bastava davvero poco per stare bene.

Qualcuno doveva pur averla guardata attraverso l’obbiettivo, ma dentro le foto Sofia era sempre sola.

Paolo Cognetti

venerdì 7 marzo 2014

Le quattro volte

Devo solo arrivare alla quinta elementare
per diventare grande grande come mio padre
metterò il grembiule
e imparerò a volare
e scriverò poesie d'amore soltanto per mia madre

devo solo arrivare agli esami di maturità
prendermi sto diploma
e poi dopo si vedrà
non mi piace la scuola
non mi piace studiare
voglio solo suonare
voglio bere e fumare

e un'altro capodanno
un'altro carnevale
un'altro ferragosto
e ancora un'altro Natale
la prima comunione
il primo funerale
la festa del paese
la morte del maiale

si può nascere un'altra volta
poi rinascere
ancora un'altra volta se ti va

devo solo arrivare
alla fine del mese
prendere lo stipendio
e poi badare alle spese
con quello che rimane
programmare le ferie
quest'anno vado al mare
che mi voglio rilassare

devo solo arrivare
a due passi dall'altare
prendere una moglie
e poi essere un buon padre
e dopo 40 anni forse prendere la pensione
con l'orologio d'oro al polso
e il gelo dentro al cuore

e un'altro capodanno
un'altro carnevale
un'altro ferragosto
e ancora un'altro Natale
la prima comunione
il primo funerale
la festa del paese
la carne del maiale

si può nascere un'altra volta
poi rinascere
ancora un'altra volta se ti va
ancora un'altra volta
se ti va

i fiori dentro i vasi
i fiumi dentro i mari
i funghi sotto i rami secchi
i fumi dei camini
e passeranno i giorni
e passeranno gli anni
e brinderemmo ancora per 200 capodanni

si può nascere un'altra volta
poi rinascere
ancora un'altra volta

si può nascere un'altra volta
poi rinascere
ancora un'altra volta se ti va

Performed by Brunori SAS

martedì 4 marzo 2014

Uomo Del Monte

Uno era vestito da Uomo Del Monte, con camicia bianca e pantaloni bianchi, panama anch’esso bianco a coprire dei capelli molto probabilmente bianchi pure quelli. Un residuo di cultura pubblicitaria degli anni ’80, quando ancora l’uomo in questione si intravedeva stagliato contro il sole al tramonto mentre controllava il raccolto e il lavoro dei suoi operai (magari sfruttati per intere settimane con un salario da fame e con il terrore viscerale di essere uccisi dal proprietario padrone nel caso avessero trovato il coraggio di piegarsi alla fame prendendo un frutto qualsiasi destinato alla produzione di succo e di mangiarlo anziché infilarlo nei cesti di raccolta), poco prima di trasformarsi in una figura mitologica priva di qualsiasi contorno, complice anche la crisi di vendite e di fama della marca di succhi di frutta che rappresentava. I ragazzi, le ragazze, gli altri invitati truccati e vestiti, quelli più giovani tra loro, gli passavano accanto e lo guardavano con un’espressione annebbiata in volto che pareva suggerire una certa intensità di sforzo, un impegno sovrumano nel tuffarsi all’indietro in ricordi televisivi sempre più lontani, non ancora offuscati dal bianco e nero ma già colorati in un technicolor privo di alta definizione, agitati quanto solo un mare di pubblicità e programmi e cartoni animati e telefilm e pupazzi animati con una mano infilata dentro il didietro come, e con la stessa naturalezza con al quale, si potrebbe indossare un guanto impellicciato a una prima alla Scala; oppure, ancora, ricordi dispersi in prime serate che iniziavano alle otto e mezzo, abbandonato carosello con il quale si andava a dormire non appena finita la sigla, e annunciatrici che i maschi ricordavano con una malizia tutta particolare preadolescenziale per i loro scolli generosi e le femmine per il desiderio di apparire tali e quali a loro, prototipi di veline con parola, e capelli tanto cotonati e voluminosi, con riccioli tondi da riempire tutti i 4:3 degli schermi a tubo catodico. La gente guardava questo Uomo Del Monte e cercava di ricordarsi l’originale per congratularsi o meno con il finto Uomo Del Monte, o chiamarlo Uomo Del Monte, con le maiuscole, quasi fosse un attestato di stima nel riconoscerlo veritiero, fedele al modello e non semplice impostore colorato di bianco. Nessuno però pareva essere abbastanza vecchio o possedere una memoria sufficientemente profonda da poter affermare in sicura tranquillità che l’Uomo Del Monte che vedevano tutti quanti sorseggiare un cocktail trasparente dentro un normalissimo bicchiere di plastica rigato con la stessa benevolenza con la quale avrebbe potuto in passato bere un succo di pera appena spremuto dai propri frutteti fosse il vero Uomo Del Monte, quello che in passato sembrava fare Uomo di nome e Del Monte di cognome. L’Uomo in questione si posizionava in una zona temporale intermedia nella quale il fenomeno di digitalizzazione e condivisione non si era ancora introdotto riportando in rete filmati d’archivio, e al contempo non era abbastanza vecchio da renderlo tanto affascinante e seducente da convincere le persone a recuperarlo affibbiandogli l’etichetta vintage. Una difficoltà traducibile con l’impossibilità di cercare su internet la sigla o lo slogan della pubblicità con la speranza di vedere tra i risultati proposti dai motori di ricerca una chiara immagine dell’Uomo Del Monte della pubblicità stessa.

lunedì 3 marzo 2014

Febbraio 2014

"Il momento in cui bisogna aver paura è quando non c’è motivo per averne. Ora è troppo tardi."

Don DeLillo