E' incredibile come una città come Pistoia si possa riempire per tre giorni, e poi magicamente svuotarsi come se niente fosse.
Ti ritrovi così a fare un giro la sera dell'otto luglio, quando non c'è assolutamente niente di particolare, e le strade sono deserte e aride. Passano due giorni e ti ritrovi per le stesse strade, sempre di sera, solo con i negozi aperti. Allora la gente esce un po' di più. Almeno vedi persone, incontri facce e ti pare di essere in una città vera, non uno di quei villaggi fantasma che si vedono nei vecchi western in bianco e nero.
Poi un'esplosione: tre giorni, i tre giorni del Blues, e tutti sembrano essersi dati appuntamento in centro. Ci vai la sera e quasi non riesci a camminare, ma ti lasci trascinare dalla folla. Riesci a intravedere ragazzi/e che non vedevi da una vita, gente che l'ultima volta che ci hai parlato ti hanno detto con aria schifata: Pistoia? Che noia.
Ovvio, le bancarelle del blues, forse più della musica, attirano molto più di qualsiasi cosa potrebbe offrire un "borgo" come può essere Pistoia; ma oggi il Blues non c'è più, ma nonostante questo credo Pistoia non scomparirà dentro un buco nero, per farsi poi rivedere fra un anno.
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