mercoledì 10 febbraio 2010
Segnali dal Futuro
ok, già, bene, eccoci, si si, ok, va bene, si. abbiamo un'idea intrigante, un po' trita e trita e ritrita, si ok, ma pur sempre intrigante, no? non importa se non ha alcuna base, se non ha altezza, se in alcuni momenti perde pure di profondità, no? se non viene spiegata ci sarà una ragione, no? no? bene, dicevamo: abbiamo questa idea che da un po' i numeri, ma non a caso, bada bene, no no, con una certa logica. abbiamo questa idea e abbiamo pure un bell'effetto con i controcoglioni, e non parlo di un effetto di disastro aereo tipo schianto su un'isola deserta e tutte le altre storie, no! parlo di un bell'effetto speciale davvero, almeno l'idea, da piazzare verso il finale, in modo da non bruciarlo troppo presto. quindi abbiamo questi due elementi, che forse non ci incastrano poi tanto tanto bene tra di loro, ma in fondo la pizza mari e monti piace, no? bene, li piazziamo uno all'inizio del film e uno alla fine, in modo che il primo intrighi lo spettatore e lo leghi bene o male alla visione, mentre l'ultimo gli lasci un bel ricordo della pellicola che ha appena visto. perfetto, no?
peccato che nel mezzo ci sia solo il volto un po' spento di un Nicholas Cage padre vedovo che gira per la città in cerca prima di conferme, e poi di risposte, ed infine di aiuto: situazione che alla lunga un po' annoia. non bastano perciò dei sassolini da tenere in tasca per segnare la strada da percorrere per tenere alta la tensione e far si che tu sia lì con gli occhi attaccati allo schermo per vedere come va a finire. la storia si trascina verso un finale, spiazzante, disseminando qua e là personaggi odiosi o lasciando per la strada o in casa altri invece soltanto lievemente tratteggiati.
nostradamus mi fa una sega.
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