mercoledì 11 gennaio 2012
Super 8
Super 8 non poteva che essere un film di J.J. Abrams. Basta prendere la scena del deragliamento per capirlo: anche se forse un po’ troppo fracassona, un deragliamento del genere è proprio fantascientifico, ma in più o meno dieci minuti (durata da ritenersi comprensiva pure del preambolo, ovvero l’arrivo del treno etc etc) il regista riesce a infilarci dentro ben tre misteri! Per fortuna questi misteri non vengono sciolti come è avvenuto in Lost, anche se a dire il vero nelle sue uscire cinematografiche il vecchio Abrams non è fatto poi tutte queste vaccate.
La storia è quella di un gruppo di ragazzini impegnati a girare un film in super 8 sugli zombi, ambientato in una provincia americana nella quale guarda caso vivono. Il destino vuole che siano anche testimoni di un incredibile incidente ferroviario dopo il quale in città iniziano ad accedere cose assai strane. Anche l’esercito se ne accorge, o per meglio dire: lo sa.
Questo è quanto di contorno, o la linea guida attorno alla quale si intrecciano le varie sotto trame, a partire dalla storia tra il protagonista e la brava Elle Fanning, o il lutto della famiglia per la madre scomparsa. Non è solo una storia di pura fantascienza, dove i personaggi devono scappare dalla minaccia e poi magari risolvere gli enigmi creati durante la narrazione, c’è anche molto altro, tra cui per esempio la passione per gli anni ’70 e un periodo magico per i cineasti allora bambini, una storia comunque di crescita dall’età fanciullesca ad almeno quella adolescenziale o adulta, saltando proprio quella di mezzo.
Nel tam tam pubblicitario il film è stato paragonato a Stand by me, ma forse sotto alcuni aspetti è più paragonabile a un Goonies degli anni 2000, dove il gruppo di ragazzi protagonisti vivono avventure (qui come già detto forse un po’ troppo esplosive, ma siamo pur sempre nell’era degli effetti speciali) ma non per questo incapaci di fare ridere e sorridere con battute di secondo piano, oppure fare tenerezza con sguardi, atteggiamenti o situazioni piccole ma delicate.
Da vedere. Una bella sorpresa.
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