Sono sicuro che mi dimenticherò qualcosa, e questa prospettiva mi avvilisce. Non è la perdita di memoria a preoccuparmi, quella è naturale. Se non mi ricordassi di cose così, tranquille, senza senso, di poca importanza, lascerei perdere senza dannarmi tanto l’anima. Ma so già che non sarà affatto così. So che le cose di cui mi dimenticherò saranno sempre le più importanti, quelle che invece avrei dovuto tenere a mente in eterno, o almeno per un periodo di tempo abbastanza notevole. Mi dimenticherò di cose per le quali poi mi sputerei in visto, da solo – non so come ma lo farei – e per quelle stesse cose sanguinerò come un dannato, lo so già, incasinato e torto, tutto accartocciato su me stesso, per poterle di nuovo imparare, tipo: il colore di un paio d’occhi, un determinato profumo.
Da piccolo non sapevo alla perfezione i mesi dell’anno. Cioè, li sapevo uno per uno, in modo singolo. Conoscevo gennaio, febbraio, marzo, e gli altri, solo che non riuscivo a metterli in fila. Dicevo gennaio, poi febbraio, marzo, ma prima di aprile magari mettevo maggio, oppure giugno. Saltavo la successione, così come settembre che capitava sfociasse subito in novembre senza passare per ottobre. Adesso riesco a dire l’anno corretto in fila, in modo perfetto, gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre, ma mi domando cosa abbia dovuto dimenticare per riuscire a legare correttamente ogni mese al successivo, senza sbagli e nessuna sbavatura. Per ricordarmi, ora e per sempre – questa volta davvero – che novembre segue settembre e che settembre precede agosto, cosa ho dimenticato? Cosa ho dato in cambio? Magari per gennaio era un modo di dire che ripetevo in continuazione quando ero bambino, oppure per la giusta collocazione di maggio ora non ricordo più un gusto di gelato che mi piaceva tanto, o uno scorcio di paesaggio visto durante le vacanze al mare, o ancora una piacevolissima sensazione che non ho più provato da quella volta che adesso purtroppo non ricordo, ma in compenso, in compenso aprile.
Ho lasciato indietro qualcosa, sicuramente, ma ne è valsa la pena? Voglio dire, era così necessario che imparassi a memoria la successione dei mesi dell’anno, visto che tanto la giusta sequenza è un po’ ovunque, su tutti i calendari: è un’informazione che anche se non la ricordassi riuscirei benissimo a recuperare senza troppa difficoltà, mi basterebbe guardarmi intorno, sbirciare un’agenda, portarmi appresso un foglietto con degli appunti. Voglio dire: non sarebbe certo la fine del mondo se per dire che agosto segue luglio avessi bisogno di un aiuto. Non saprei recitare a occhi chiusi l’intero elenco dei mesi dell’anno nel giusto ordine, ma avrei potuto ricordare altre cose – minimo dodici – che nessuno mi potrà mai suggerire. E come i mesi ci potrebbero essere chissà quanti esempi.
Il problema quindi non è dimenticare, quanto piuttosto decidere cosa sia importante, veramente importante. E difenderlo, con le unghie e con i denti, tutti i giorni, ogni giorno. Per sempre, o almeno per un periodo di tempo che si avvicini, al per sempre.
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