Penso a quale strano e difficile meccanismo siamo noi, le persone. Così diverse le une dalle altre, e nonostante questo sempre alla ricerca di un pretesto per attirarci, come le calamite, o legarci assieme, come nodi che uniscono due corde diverse.
Mi domando se mai ci siano delle leggi che regolano i rapporti tra una o più persone. Mi chiedo se tutti siano come me o se qualcuno quando approccia un'altra persona sappia esattamente cosa stia facendo, e se abbia le idee più o meno chiare su come lo debba fare.
Mi vedo come un principiante al suo primo ballo galante, avvolto in uno smoking preso in prestito e che mi fa sentire a disagio, come fuori luogo. Mi lascio condurre dalla mia maestra, che mi prende per mano e mi cinge la vita, e seguo i suoi passi: piede destro avanti; piede sinistro avanti; piede destro di lato; e così via.
Dopo cinque o sei volte magari non diventerei un ballerino provetto, ma magari potrei cominciare a capire dove sbaglio e forse riuscirei pure a tentare di migliorarmi.
Magari potesse essere così anche con i rapporti interpersonali. Dopo un po' si potrebbe capire come funziona il tutto, a che punto bisogna muoversi, e tenere il ritmo per non adare fuori tempo. Ma le relazione non sono un ballo da sala. Nel ballo da sala sai esattamente che ad un tuo passo corrisponderà un passo ben preciso del tuo partner; non c'è niente di inaspettato, non ci sono sorprese, è tutto prestabilito e segue un preciso schema. Questo perchè la persona con cui balli si "omologa" in un certo senso al ballo.
Questo invece non avviene con i rapoporti sociali. Nessuno si "omologa" alla situazione. Due persone nella stessa situazione non si comporteranno alla stesso modo, proprio perchè sono due due persone diverse. E' la fortuna e la maledizione di questo mondo (come se di mondi ne conoscessi infiniti). Perché ballare in sala, alla lunga, annoia e sfianca; mentre ballare su un filo sospeso nel vuoto aiuta a tenere alta la concentrazione e a non addormentarsi.
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