A metà scala, nel piccolo pianerottolo con il quale la scala si annoda su se stessa e dal piano vivibile di casa mia risale verso il disordine, il vecchiume e la sporcizia della soffitta, c'è uno scatolone pieno di libri. Uno scatolone che dalle dimensioni prima poteva contenere benissimo una lavatrice o un qualsiasi altro elettrodomestico gigante; ora invece contiene dei libri. Ce ne sono tantissimimolto, sia gli ultimi che ho comprato che altri acquistati tanto tanto tempo fa; ci sono romanzi e raccolte di fumetti; ci sono libri che ho amato e altri che invece un po' mi vergogno di aver comprato e pure letto.
A vedere questo scatolone dal basso, ovvero dall'anticamera che separa la zona giorno dalla zona notte, proprio dove prima c'erano due scaffali pieni di videocassette, si vede solo e soltanto uno scatolone: del cartone anonimo e niente di più. Se lo stesso scatolone però lo si guarda dalla porta della soffitta tutto cambia: si vedono libri ammassati gli uni su gli altri, pagine su pagine messe dentro.
E' la prospettiva che cambia. E' la posizione da cui si guarda una cosa. Lo stesso oggetto può cambiare drasticamente, a volte può trasformarsi in qualcosa di diverso: uno scatolone, dei libri.
Nessun commento:
Posta un commento