Chissà quale scintilla fiorisce, dentro il petto, tra cuore e pleura, la prima volta che si viene citati. Come un fiore, con stelo e petali morbidi senza denti, sentirlo aprire ad ogni battito, e cospargere il proprio polline dentro la cassa toracica. Oppure come un breve bacio, con le labbra solo appoggiate ad altre labbra; velato, innocente, leggermente umido. Non lucida labbra, ma saliva fresca.
"Sono soltanto parole."
"Tu cosa possiedi oltre alle parole?"
"Le parole non appartengono a nessuno."
"Neppure le note, ma la musica esiste."
Musica e parole. Le parole sono note. Le parole sono spesso stonate. La musica fatta di frasi. Sono le frasi che danno un senso. E' il senso il sapore del significato. Spesso acido, a volte convincente, altre solo dolce. Lo sento ruvido e granuloso, mentre lo spingo con forza sul palato, lo mastico e poi lo butto giù. Un viaggio al contrario, lungo l'esofago e che finisce poi per uscire invece dalla bocca.
La mia voce è inchiostro. Nero e liquido. A volte neppure quello, perchè il futuro è già venuto. E' un rogo dalle fiamme turchesi e ambrate.
"Io non parlo."
"Sei lama, per questo non parli."
"No. Non ho niente da dire. Se fossi veramente lama allora userei il sangue per parlare."
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