Non mi sono mai interessato molto a queste notizie. A dire la verità forse non mi sono mai molto interessato alle notizie in generale, di qualsiasi tipo esse fossero. Per questo motivo mi sono scivolati addosso i vari Erika e Omar, Cogne, Garlasco, etc etc.
Da un po' di giorni a questa parte però non si fa altro che parlare di un nuovo caso. I media e l'opinione pubblica sembrano averlo ribattezzato "Rom" o "Rumeni", come se le due parole significassero la stessa cosa e fossero tra loro sinonimi (Non è vero: non tutti i Rom sono rumeni e in romania i Rom sono solo il 2,46% della popolazione. In più "Romania" deriva dalla storia di conquiste romane, mentre il termine "rom" nella lingua romané significa "uomo", anzi, più precisamente significa "marito", e "romni" significa "moglie".) (Non lo sapevo. Non voglio fare lo sborone e fare quello che sa tutto di ogni singola cosa. L'ho letto solo ora su internet, su un intervento di Wu Ming. Ma in fondo non è così che si accresce la propria cultura/conoscenza?).
A differenze dei casi sopra citati, in cui il pubblico si intratteneva come ci si intrattiene davanti ad un giallo o ad una puntata di Csi (Cogne, tra l'altro, avvenuto dopo l'exploit televisivo del telefilm americano, fu la prima notizia in cui venivano nominati insistentemente i Ris), dove chi guarda è attento nel cercare di scoprire il colpevole e di trovarne il modus operandi; qui, dicevamo, ci troviamo di fronte ad una specie di esecuzione di piazza, dove ognuno, in perfetto stile medioevale, sembra avere il diritto di scagliare la propria personale pietra non solo sul colpevole, ma generalizzando su tutto il popolo a cui esso appartiene.
E' partita quindi una crociata contro i rumeni, rei di aver invaso le nostre (nostre???) città e di averle contaminate con il loro spirito violento, che ha coinvolto pure i massimi vertici del governo. Ci sono stati incontri tra i vari capi di stato, dibattiti pubblici, trasmissioni televisive costruite ad hoc. Non c'è stato spazio per il dialogo, non c'è stato bisogno di giudicare: il colpevole era colpevole in quanto tale, e per questo tutti i rumeni (alla faccia del non fare di tutta l'erba un fascio). In questo caso, rispetto a Cogne, Garlasco e compagnia bella, è tutto molto più facile. La vittima è italiana, mentre il carnefice è straniero: non c'è il pudore di processare un proprio connazionale.
Ma fino a questo punto, purtroppo, è tutto normale, almeno per un paese come l'Italia. D'altronde la stessa cosa era successa ai tempi degli albanesi, marocchini, i vari lavavetri ai semafori. E pensare che loro manco avevano ucciso nessuno: era ed è solo il tipico razzismo italiano che si cerca di mascherare con tanta cura. Quello che non mi torna, che ha fatto nascere in me la necessità di mettermi qui ed iniziare a scrivere, è che andando a leggere un po' qua e un po' là in giro per la rete, mi sono accorto di una cosa che proprio non mi quadra.
Qualche giorno fa mi è arrivata in posta una mail di Wu Ming. Non la solita periodica newsletter Giap, ma una mail estemporanea. Solo oggi ho avuto il tempo di leggerla. Trattava appunto il caso dei rom e dell'accanimento italiano nei confronti dei rumeni in generale. Leggo la mail, approvo, e dopo qualche minuto inizio a lavorare.
A pausa pranzo mi capita di andare su un sito nel quale c'è un intervento di Valerio Evangelisti (http://www.carmillaonline.com/archives/2007/11/002437.html). Guarda caso tratta proprio lo stesso tema della mail di Wu Ming. Inizio a leggere l'articolo, e via via che vado avanti nella lettura trovo le parole di Evangelisti non solo illuminanti ma sacrosante.
Sorrido, compiaciuto del fatto che ben due (e più, visto che Wu Ming è un gruppo di autori) persone che in qualche modo ammiro la pensano come me.
Cambio sito e per farla breve capito nel blog di Melissa Panarello (la Melissa P. dei famosi 100 colpi di spazzola). Anche qui trovo un post che parla del fatto (http://melissapanarello.wordpress.com/2007/11/06/forze-nuove/). Lo leggo e trovo in esso idee simili a quelle che già mi ero fatto, e che anche Wu Ming ed Evangelisti avevano espresso rispettivamente nella mail e nell'articolo web.Quindi, facendo un rapido calcolo, siamo già a tre personaggi conosciuti (non certo l'ultimo cretino al bar o il primo Edward S. Portman che si trova nella rete) che cercano di spiegare ciò che a me sembra semplice e banale: un rumeno che stupra e uccide una ragazza è solo UN rumeno che stupra e uccide una ragazza, non è TUTTO il popolo rumeno che stupra e uccide una ragazza; così come un italiano che stupra (e ci sono molti casi) e uccide (e anche qui ci sono molti casi) una ragazza è solo un italiano deficente e imbecille che stupra e uccide una ragazza, non è tutto il popolo italiano che stupra e uccide una ragazza.
Eppure, nonostante Wu Ming, Valerio Evangelisti, Melissa Panarello, e molti molti altri che non ho letto ma che sono sicuro esserci, in giro c'è sempre questa atmosfera di punizione globale, lapidazione pubblica, nei confronti di tutti i rumeni.
Allora la cosa che non mi torna è: se le persone che più rappresentano la cultura italiana, che hanno più seguito e magari hanno anche la capacità di influenzare più persone; se tutte queste persone indicano tutte la stessa direzione, come mai la massa sta andando nella direzione opposta?
Mi sembra quasi di essere tornato ai tempi del primo governo Berlusconi: nessuno lo aveva votato, ma alla fine era riuscito a vincere senza imbrogliare.
Forse la risposta a questo dilemma è riuscita a darla come sempre mio fratello, che ancora una volta si è dimostrato più sveglio e più perspicace del sottoscritto: il problema della massa è che è troppo ampia - dice lui. - Per ogni Evangelisti ci sono 10.000 casalinghe che pensano l'esatto contrario.
Già. Forse, purtroppo, è proprio così.
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