Per parlare di musica bisognerebbe come minimo conoscerla un po', altrimenti si rischierebbe di dare giudizi grossolani e non veriteri; ma in un periodo del genere, dove tutti i cd sono rinchiusi dentro degli scatoloni, una volta trovato qualcosa di nuovo viene naturale parlarne. Ormai sono giorni che vado avanti con la discografia dei Pearl Jam e dei Nirvana, e con Superunknown dei Soundgarden o Version 2.0 dei Garbage, o Cover Records di Cat Power e scoprire così questo cd solista del bassista dei Pearl Jam (si proprio Jeff Ament) fa sempre piacere.
L'astinenza da novità potrebbe giocare brutti scherzi ma questo disco non sembra suonare male. Chiariamoci: non si tratta di niente di transcendentale, anzi ho preferito di gran lunga gli episodi dei Three Fish, sempre targati Ament, ma nonostante tutto è un cd che si lascia ascoltare. Non ha canzoni straordinarie da sfoggiare, ne melodie che ti rimangono impresse a vita nella testa, ma viaggiando in macchina per andare a lavoro non ti fa rimpiangere di averlo preso.
Usiamolo come antipasto, un buon antipasto, per il secondo album solista di Stone Gossard (altro Pearl Jam) che a quanto pare dobrebbe uscire prima della fine dell'anno.
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