Antonella è dall'altra parte della strada. Cammina da sola, un paio di occhiali da sole enormi a nascondere gli occhi. Sembra essere diretta esattemante da dove me ne sto invece andando via io. Ci incrociamo, e poco prima di allontanarmi da lei attravarso la strada e le vado incontro.
La saluto sorridendo. Lei mi risponde con voce atona, priva di qualsiasi emozione o sentimento. Non so se è per gli occhiali, che le coprano gran parte della faccia e non mi fanno capire la sua espressione, ma sembra svuotata, come se quella che ho davanti fosse solo il contenitore della vera Antonella: la persona se ne è andata via o se l'è portata via qualcuno, magari il vento. La vedo in bianco e nero: triste, spenta.
Scambiamo solo due parole. Cortesia per lo più. Poi lei sembra ansiosa di starsene da sola, e cerca in un modo molto poco velato di piantarmi lì. Si gira boffonchiando qualche cosa, magari un saluto, e riprende a camminare esattamente come prima. Come se niente fosse successo. Non ora; ma da sempre.
Come se niente fosse successo da sempre.
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