Quando il mondo diventa chiuso, pillole verdi e orfanotrofi, tutto quanto si trasforma in scacchiera. Non importa chiudere gli occhi, non serve abbassare le palpebre: i pezzi si materializzano tridimensionali a pochi centimetri dalla mente. Spostarli diventa una necessità, non un vizio o un gioco, ma semplicemente come respirare. Ed è dura quando vuoi andare in apnea e trattenere il fiato per poter sforzare i polmoni; non riuscirci, sentire subito un palloncino gonfiarsi in petto.
Una conversazione, in fondo, è proprio come una partita a scacchi.
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