lunedì 21 novembre 2011
Skippy muore
Pian piano comincia a balenarvi l’amara verità: Babbo Natale era solo la punta dell’iceberg, e il vostro futuro non sarà il giro sull’ottovolante che vi eravate immaginati, e il mondo dei vostri genitori – quel mondo dove si fa il bucato, si va dal dentista, e nel fine settimana si va a l magazzino di articoli fai da te a comprare le piastrelle nuove – è in realtà in buona parte quello che si intende per “vita”.
Si cominciano a intravedere frammenti di tramonto sulla città, una mescola sontuosa di magenta e cremisi.
Lei prende un’altra sigaretta, la accende e fa un lungo tiro, tutto in un unico movimento pieno di fastidio.
“Mi piacerebbe leggere le tue poesie, anche solo per vedere come si possa passare dal descrivere la gente sbudellata dalle esplosioni a scrivere d’amore.”
“Forse non c’è tutta questa differenza” dice lei.
“Pensi di no?”
“Sei mai stato davvero innamorato?”
Se solo potesse essere certo che la sua vita è come la voleva, e non solo la vita che si è ritrovato ad avere perché aveva paura di inseguire la vita che voleva.
Il ginocchio di lei, avvolto nel collant, è appoggiato alla sua coscia. L’aria sembra solcata da esplosioni di scintille.
Se hai la mano nel fuoco prima o poi dovrai ammettere che l’unica soluzione è levarla dal fuoco.
È uno shock sentire la sua voce – fuori dalla sua testa, indipendente dalla sua memoria. Si rende conto che se l’è immaginata sospesa in una condizione atemporale; solo ora gli viene in mente che un momento prima che lui la chiamasse, e tutti i momenti precedenti nelle ultime settimane, lei ha fatto altre cose, ha passato giorni di cui lui non sa nulla, come prima che la conoscesse ci sono state altre migliaia di giorni che per lei erano reali come le mani sotto i suoi occhi e di cui lui non avrà mai nemmeno una vaga idea, e questa cosa non gli era mai neanche passata per la testa.
E si rende conto che l’amore non segue una linea dritta, all’amore non gli interessa giusto e sbagliato e fare il bravo e nemmeno renderti felice; e vede, come in una visione che la vita e il futuro saranno molto più complicati di quanto si aspettava, impossibilmente, insopportabilmente complicati e difficili.
Ma la storia, alla fine, è solo un tipo diverso di racconto, e i racconti non sono la verità. La verità è incasinata e caotica e non finisce mai. Spesso non ha un senso vero e proprio. I racconti invece hanno sempre un senso, ma quello che fanno è eliminare quello che non calza. E spesso ce n’è tanto.
Paul Murray
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