mercoledì 2 maggio 2012
Immortals
Chi si approccia questo Immortals sperando di trovare una copia di 300 (sperando perché magari ha amato la pellicola di Snyder, e ho scoperto che ce sono davvero tanti i ragazzi che venerano questo film); chi pensa di poter colmare quel vuoto lasciato dagli spartani e ingannare l’attesa di un ipotetico prequel su Leonida, lasci perdere, Immortals non è 301.
Visivamente è figlio legittimo del proprio regista, quel Tarsem per cui la messa in scena ha sempre una prioritaria importanza (basti vedere il suo esordio The Cell), mentre la storia non prende spunto da un fumetto di culto quanto piuttosto dalla mitologia greca. Non sono un esperto degli dei venerati dagli antichi ellenici e perciò non posso dire con sicurezza se il materiale di partenza sia stato rispettato o se invece sia stato stravolto nel profondo. Quel che posso dire è che il modo di raccontare l’interazione tra uomini ed essere divini è quella giusta, e la pellicola non cade nell’errore già fatto da quel pasticcio di Troy (secondo cui la guerra di Troia è durata uno sputo di giorni ed è stata solo una questione tra uomini terreni) e non cerca di rendere tutto quanto reale, senza tirare in ballo Zeus e compagni. Qui gli dei dell’Olimpo scendono in terra e fanno il loro sporco lavoro: questo è il modo giusto di raccontare la mitologia, senza trattarla con i guanti di lattice e cercando di razionalizzare qualsiasi cosa. La mitologia raccontata come mitologia e non una storia che ha ispirato la mitologia.
E poi, il film è una goduria per gli occhi.
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