C’era una festa, questo me lo ricordo bene. Una festa non molto intima, ma non per questo esageratamente grande. Una festa durante la quale si incontrano per lo più persone che si conoscono di già, ma anche una festa durante la quale, in minima parte e se sei molto fortunato, riesci a conoscere qualcuno che poi varrà la pena di chiamare amico.
C’era la birra, e non solo. Bottiglie vuote di aranciata e limonata che erano state riempite di vodka, whisky, limoncello, rum, e molto molto altro, appoggiate ad un tavolino come se fossero state quasi dimenticate lì.
C’era anche qualcosa da mangiare, non molto ma qualche pizzetta, dei panini palesemente preconfezionati due o tre ciotole di patatine e similari non si possono certo definire niente. Era proprio quello che ci voleva per non lasciare la bocca vuota tra una chiacchierata e l’altra, e non far borbottare lo stomaco talmente tanto da confonderlo con la voce di qualcuno. Poi, poco prima di mezzanotte venne portata in tavolo un pezzo enorme di porchetta che rappresentava la metà inferiore di un maiale ben cotto a legna. Successivamente, quasi per convenzione che non per fame vera e propria, si susseguirono tre torte una dietro l’altra: una alla frutta, una al cioccolato e una al latte e biscotti: tutte rettangolari e grandi come quadri da parete.
Poi c’ero io, un po’ in disparte e molto estraneo a tutto. Trascinato lì anche un po’ contro voglia, in un posto dove a dire la verità conoscevo due o tre persone al massimo, escluse quelle che mi ci avevano portato. Mi limitavo a guardare quel piccolo mondo che mi passava davanti, sorseggiando una bottiglia di birra più per darmi un tono che per altro. Mi divertivo a scommettere chi sarebbe stato il prossimo ad essere accompagnato in bagno mentre si teneva lo stomaco e tentava di non vomitare davanti a tutti. Fino a che, tutto ad un tratto, finii la birra, e non sapendo dove trovarne un’altra mi misi a cercarla un po’ ovunque. Fu così che nel giro di pochi minuti quella serata cambiò radicalmente, e quel piccolo mondo che avevo davanti cominciò stranamente a parlarmi come non aveva mai fatto prima.
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