Sono tornato a casa e mi sono lavato i capelli. Me li sono sciacquati sotto l'acqua tiepida, poi me li sono insaponati con il primo shampoo che mi è passato per le mani. Li ho bagnati fino a far sparire ogni minima traccia di schiuma. Poi li ho di nuovo insaponati.
Li ho frizionati bene, premendo forte le dita fino alla cute. Ho strofinato fino a consumarmi le dita e farmi male alla nuca. Ho cercato di farmi entrare in questa dura testaccia quello che altrimenti non vuole entarci. Ho provato a martellarmi il cranio con le dita, mentre l'acqua scorreva e il lavandino si riempiva.
Mi sono pulito. Mi sono pulito bene. Fino in fondo. Fino nel profondo. Come se la bellezza esteriore meritasse quello che c'è dentro. E come se la pulizia esteriore fosse una finestra su quello che abbiamo dentro.
Ed allora mi sono asciugato con cura i capelli. Li ho fatti tornare bene dietro il collo. Li ho pettinati e li ho lisciati così tanto da domarli.
Allo specchio sembro proprio un piccolo chierichetto: tranquillo; pulito; con la divisa nel mezzo.
Ma se i capelli non crescessero verso l'esterno? Se i capelli si allungassero verso l'interno, verso il cervello? Come si farebbe a lavarli? Come si farebbe ad apparire ordinati? E tranquilli?
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