C'è un punto, quando la sera torno a casa da lavoro, dove la strada si attorciglia su se stessa in una serie di tornanti, e il cellulare perde tutto ad un tratto linea. Da Carmignano scendo verso Seano, e superata l'ultima curva a gomito il paesaggio si apre sulla vallata. Ora che la sera cala così presto, che il buio comincia a farsi più scuro già verso le sette; ora che per tornare a casa accendo i fari, quando fino a qualche tempo fa non li accendevo neppure per uscire dopo cena; le luci di Prato mi attendono tutte sfavillanti dietro quell'ultima curva.
So che non è un gran che, ma è uno di quegli spettacoli che a me piace da impazzire: tutte quelle luci gialle e arancioni, che si accendono tra gli spazi di asfalto, e case, e prati. E io che guido, che scendo giù da Carmignano in folle, passando da destra a sinistra come uno sciatore, guardo tutta questa esplosione di luce, queste piccole stelle artificiale che sembrano salutarmi e sorridermi.
Ed anche se in quel punto il cellulare tutte le volte perde misteriosamente linea, mi sento bene. Sorrido. E mi sento fanciullescamente felice.
Nessun commento:
Posta un commento