Un film di primi piani, senza via di mezzo nelle sequenze, dove la macchina da presa aspetta i personaggi, essenziali, nell'inquadratura in una casa presto prigione dai colori pastello. Il leone si diverte con l'agnello; il leone compra, offre, fa sorridere; ma l'agnello ha artigli e denti affilati lunghi, rugginosi da sanguinare rame.
Può esser visto come una liberazione, come un manifesto contro, ma la Page lontana anni luce dalla Juno di Diablo Cody è odiosa da far paura, da far quasi irritare, con i capelli tagliati male e un po' così: distrattamente non pettinati a regola d'arte. L'aria lentigginosa, gli occhi strabordanti distaccamento ricercato, misurato. L'arroganza, sapienza, ostentata, buttata.
Alla fine, in superficie, tutto si risolve, portando i nodi, nodi, nodi, a sciogliersi su polsi lisi e lacerati dalle escoriazioni. Ma tutti i pezzi non combaciano, rimanendo con braccia allargate in attesa di risposta, di una spiegazione. E l'ombra, se a questo si voleva arrivare, di Matthew Poncelet pesa così tanto nella sua lunghezza da non riuscire a non vedere un colpo mancato lungo i titoli di coda.
E pensare che al mattino eri uscito convinto di scopare.
Giudizio: Tv
- Cinema ==> Da vedere assolutamente, correre al cinema
- Dvd ==> Da vedere, ma si può aspettare il noleggio
- Tv ==> Niente di esaltante, se proprio si deve vedere aspettare il passaggio in tv
- Passeggiata ==> Perdibilissimo. Andate pure a fare una passeggiata.. anche sotto la pioggia
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