venerdì 18 settembre 2009

It's Backspacer time!


So già che non sarà come Vitalogy, quando lo trovai per la prima volta su radio, un po' stranito dalle prime note di Last Exit; non sarà come No Code, sempre in macchina, con mio fratello venuto a riprendermi dopo essere stato in centro a Firenze a comprarlo per me: rigirare tra le mani quel collage cartonato, scoprire le polaroid, o nel sottopasso della stazione abbordare due ragazzi che ne avevano comprato la copia in vinile, discutendo sui testi trovati all'interno delle varie copie; non sarà come Yield, con le traduzioni in italiano regalate al suo interno; non sarà come Binaural, in attesa del suo arrivo da Ginevra, con lo stiker di pubblicità del concerto svizzero; non sarà come Riot Act, con la corsa da una città all'altra per comprarlo il giorno stesso dell'uscita, e trovando di là dal mondo una persona impensabile, che anche se non per la stessa cosa aveva pur sempre attraversato il mondo proprio come me; non sarà come Pearl Jam, con il suo avocado a fare da antipasto per il concerto pistoiese. Ma oggi, dopo averlo scelto tra gli scaffali di un negozio, non più di musica sola, tornerò a casa, mi siederò sul divano e lo ascolterò: non più con le enormi cuffie delle stereo a coprirmi le orecchie e tenermi buoni i capelli; ma con il pc, e gli auricolari ben stretti con il volume alto, il libretto aperto, e gli occhi sulle parole scritte.

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