
So già che non sarà come Vitalogy, quando lo trovai per la prima volta su radio, un po' stranito dalle prime note di Last Exit; non sarà come No Code, sempre in macchina, con mio fratello venuto a riprendermi dopo essere stato in centro a Firenze a comprarlo per me: rigirare tra le mani quel collage cartonato, scoprire le polaroid, o nel sottopasso della stazione abbordare due ragazzi che ne avevano comprato la copia in vinile, discutendo sui testi trovati all'interno delle varie copie; non sarà come Yield, con le traduzioni in italiano regalate al suo interno; non sarà come Binaural, in attesa del suo arrivo da Ginevra, con lo stiker di pubblicità del concerto svizzero; non sarà come Riot Act, con la corsa da una città all'altra per comprarlo il giorno stesso dell'uscita, e trovando di là dal mondo una persona impensabile, che anche se non per la stessa cosa aveva pur sempre attraversato il mondo proprio come me; non sarà come Pearl Jam, con il suo avocado a fare da antipasto per il concerto pistoiese. Ma oggi, dopo averlo scelto tra gli scaffali di un negozio, non più di musica sola, tornerò a casa, mi siederò sul divano e lo ascolterò: non più con le enormi cuffie delle stereo a coprirmi le orecchie e tenermi buoni i capelli; ma con il pc, e gli auricolari ben stretti con il volume alto, il libretto aperto, e gli occhi sulle parole scritte.
Nessun commento:
Posta un commento