Vieni in bagno, solo un secondo, ti prego. Voglio farti vedere questo buffo pelo di barba, qui, appena sotto la narice sinistra, che parte nero e finisce bianco, tanto che ogni mattina quando mi sveglio, vengo in bagno per lavarmi la faccia e i denti, dopo colazione, penso sempre che mi sia rimasto qualche filo appeso sui baffi; magari un pezzo di lenzuolo che si è staccato, o una cucitura della camicia, o della maglia, quella bianca che porto sempre la notte per dormire. Vedi qui, proprio in questo punto esatto.
Ed ora mi faccio la barba, ma non tutta, altrimenti mi sentirei troppo giovane, o nudo; decidi te. No, me la faccio solo sotto il mento, costeggiando in un continuo errore sopra sotto tutta la linea della mandibola. Mi riempio il collo di schiuma da barba, bianca, così tanto che sembra abbia fatto un incidente in auto, magari sia stato tamponato, ed ora mi fossi messo uno di quei collari per tenermi fermo: una sciarpa di latte, montata quasi per preparare una torta. Me ne rimane sempre troppa nella mano aperta a coppa, di schiuma da barba da spalmare sulla faccia, non riesco mai a spruzzarne la quantià giusta, quella di cui ho bisogno, che mi servirà; così la sciacquo sotto l'acqua del lavandino, poi prendo la lametta e la pulisco sotto il getto del rubinetto freddo. Ci sono ancora incastrati i peli neri e lunghi e duri e ammassati della volta precedente, di quando avevo deciso di radermi di domenica, subito dopo esser stati a fare colazione in quel bar dove ti avevano detto che facevano un caffè strepitoso, tanto da tenerti sveglio, dicevano, per tutto il sabato e l'intera domenica; ricordi? Ma oggi le lame sono più vecchie di una volta, di una rasatura, sono consumate e non tagliano così tanto bene.
Oh, tagliano anche troppo - dici. Ed io mi volto con alcuni peli di barba tagliati ma ancora attaccati alla pelle bagnata, come francobolli che scivolano sulla carta, tutto rosso di pouis qua e là ferite di piccole goccie di sangue. Tu sei appoggiata ad uno stipite della porta del bagno, con una maglia nera, i capelli sciolti sulle spalle, ed un sorriso velato a lisciarti le labbra.
Sorrido di risposta.
Parliamo troppo di risa, sorrisi, e delle nostre emozioni così leggere da affacciarsi in questo modo sulla nostra faccia?
No, no. Al contrario: vorrei ammalarmi di sorrisi.
Vorrei ubriacarmi del tuo.
Vorrei.
lunedì 30 novembre 2009
venerdì 27 novembre 2009
Personal
Wanted: Single F
Under 33
Must enjoy the sun, must enjoy the sea
Sought by single M
Misses destiny
Send photo to address
Is it you and me?
Reply to Single M
My name is Caroline
Cell phone number here, call if you have the time
28 and bored
Grieving over loss
Sorry to be heavy
But heavy is the cost
Heavy is the cost
Reply to Caroline
Thanks so much for response
These things can be scary
Not always what you want
How about a drink?
The Sage Hill Club at noon?
I’ll phone you first, I guess
I hope I see you soon
I never got your name
I assume you’re 33
Your voice it sounded kind
I hope that you like me
When you see my face
I hope that you don’t laugh
I’m not a film star beauty
I sent a photograph
I hope that you don't laugh
Note to single M
Why did you not show up?
I waited for an hour
I finally gave up
I thought once that I saw you
I thought that you saw me
I guess we’ll never meet now
It wasn’t meant to be
It wasn’t meant to be
I was sure you saw me
But it wasn’t meant to be
Wanted: Single F
Under 33
Must enjoy the sun
Must enjoy the sea
Sought by single M
Nothing too heavy
Send photo to address
Is it you or me?
Under 33
Must enjoy the sun, must enjoy the sea
Sought by single M
Misses destiny
Send photo to address
Is it you and me?
Reply to Single M
My name is Caroline
Cell phone number here, call if you have the time
28 and bored
Grieving over loss
Sorry to be heavy
But heavy is the cost
Heavy is the cost
Reply to Caroline
Thanks so much for response
These things can be scary
Not always what you want
How about a drink?
The Sage Hill Club at noon?
I’ll phone you first, I guess
I hope I see you soon
I never got your name
I assume you’re 33
Your voice it sounded kind
I hope that you like me
When you see my face
I hope that you don’t laugh
I’m not a film star beauty
I sent a photograph
I hope that you don't laugh
Note to single M
Why did you not show up?
I waited for an hour
I finally gave up
I thought once that I saw you
I thought that you saw me
I guess we’ll never meet now
It wasn’t meant to be
It wasn’t meant to be
I was sure you saw me
But it wasn’t meant to be
Wanted: Single F
Under 33
Must enjoy the sun
Must enjoy the sea
Sought by single M
Nothing too heavy
Send photo to address
Is it you or me?
Performed by Stars
giovedì 26 novembre 2009
Siamo pittori o imbianchini con colore?
Le mattine, tutte, ora poi, in particolare, per il tempo, la stagione, sono in bianco e nero, macchiate di grigio, lievi sfumature, vuoi per le nuvole, o il sole pigro, più di me, che si veste sempre allo stesso modo; sta a noi colorarle di colori accesi, riempiendo gli spazi nei contorni, non importa se ordinati o precisi, vanno bene anche le sbavature, basta siano speciali. Per questo usciamo di casa con in tasca tempere pennelli colori ad olio pennarelli matite lapis pastelli a cera acquarelli evidenziatori verdi rossi gialli fucsia celesti arancioni, e con questi ci appendiamo al muro dell'orizzonte e ci imbrattiamo le mani le maniche le camice e i maglioni, senza i manicotti bianchi con gli elastici alle estremità che avevamo all'asilo per non sporcare il grembiule, nel dipingere il cielo le colline, i raggi che dall'alto scendono in trasversale per illuminare il tutto. Guido così veloce, io, che le parole fanno quasi fatica a raggiungermi, svoltando a destra e a sinistra, dall'alto verso il basso, in folle in discesa, tirando le marce in salita, mentre tu, ti prego: non guidare tremando, perchè i giorni non inizieranno sempre con litigi vecchi e rincoglioniti - si può dire rincoglioniti in televisione? - ed anche se fosse ti prometto che riusciremmo pure quelli a disegnarli in altro modo, magari allungando baffi buffi sui loro volti, tanto strani e attorcigliati come quelli di Dalì esagerandoli, così tanto da farci sbuffare di risate e vergognare quasi per il nostro divertimento. Prima o poi dovremo prendere il caffè, davanti a macchinette lontane, e ci serviranno le fossette da utilizzare al posto dello zucchero, perché lo prendiamo amaro, tra un discorso, un prelievo, un vero vero falso vero falso vero vero falso, e l'altro, vero.
mercoledì 25 novembre 2009
Che - L'Argentino
C'è poco tempo per riepilogare cosa è stato all'inizio, se ne avete bisogno riprendete la motocicletta e i suoi diari. Qui già la voce di Benicio Del Toro arriva dal buio, con immagini in bianco e nero, leggermente sfocate e troppo vicine, particolari per i dettagli, e già suona come una musica di chiusura, di fine, come una parentesi aperta che si chiuderà poi nell'arco di due ore, anche se non avrà la sua sorella poco prima dei titoli di coda. Nel mezzo, oltre a brevi schegge di nazioni unite, c'è la foresta il camminare marciare a volte lenti ma costanti, il reclutamento; ma c'è anche la scuola, la comprensione per i contadini, le ferite da medicare. Di guerra, o simil, vera, per le strade di città da occupare, c'è solo una piccola rispetto al tutto parte finale, dove l'asma iniziale, sempre pronta a far fischiare e mettere in crisi un uomo e non un supereroe, ha lasciato posto ad un braccio rotto, ingessato e tenuto al collo da una benda.
In attesa della seconda parte.
Giudizio: Cinema
- Cinema ==> Da vedere assolutamente, correre al cinema
- Dvd ==> Da vedere, ma si può aspettare il noleggio
- Tv ==> Niente di esaltante, se proprio si deve vedere aspettare il passaggio in tv
- Passeggiata ==> Perdibilissimo. Andate pure a fare una passeggiata.. anche sotto la pioggia
martedì 24 novembre 2009
Andiamo a mettere benzina
In questo intreccio di compleanni, congestionamento in su e in giù di anniversari pronti da festeggiare con tirate di orecchie e candeline accese, spente ora da un soffio con tanti tanti desideri, servirebbe un semaforo per gestirne il traffico, lo scorrere regolare, senza intoppi né ingorghi, deviazioni provvisorie, incidenti mortali e non; mi domando quanto parole ancora dovrò spendere per te, quanti discorsi si inzupperanno con la tua saliva dopo esser stati bagnati dalla mia, o dall'inchiostro rovesciato. Sarà mai possibile comprarti un piumino per tenerti al caldo non dal gelo dell'inverno ma dall'incontentabile malattia che ti vuole sempre di più, per te ora e poi? Non ci saranno mai forse sorrisi abbastanza sorridenti, situazioni che sfioreranno la perfezione perchè di quella perfezione preferisci agognare, sognare, desiderare, perchè dai un movimento al cuore, verso l'esterno del tuo petto, anziché toccarla con mano viva, tenerla avvolta con le mani a coppa, soffiaci sopra appena per evitare che sia troppo calda, per poi berla come cioccolata fusa. Perchè quando ci si mette a correre per raggiungere una metà così lontana da non vedersi, da non riuscire neppure a concepire, forse togliendo il tempo sia alla barba che cresce folta, e i capelli disordinati, senza gel a volte; quando si parte per un cammino lungo e faticoso, spesso nel tragitto nel percorso si rischia di godere proprio di questa sofferenza, fisica e morale, sia sulla pelle che nel sudore, misto a lacrime amare - hai mai fatto caso che l'aggettivo amare può essere anche verbo e se lo metti insieme, questo strano gioco di parole, può darsi che si accosti ancora meglio di tutte le altre, vibrando in un unico suono con il tuo: amaro amore. - che quando si arriva alla meta forse non si sa più cosa fare. Non chiedermi se questa sia una malattia, amico mio, se dovessi dire: si tratta solo di eccessiva fiducia nella poesia.
lunedì 23 novembre 2009
Alla ricerca di regali
"Salve. Vorrei sapere se avevate Infinite Jest di David Foster Wallace."
"Si ricorda per caso di quale editore?"
"Fandango... Einaudi."
"Fandango, si, ora ricordo. Einaudi è un'altra casa editrice."
"Si, lo so."
"Aspetti che controllo sul computer."
"Ok."
"Trovato: Infinite Jest di Foster David Wallace."
"!?!"
"Purtroppo non lo abbiamo. Sa, è un po' datato."
"Datato?"
"Si, vuol dire che non è uscito recentemente."
"Si, lo so cosa significa datato. Solo che ho visto che avete cinque edizioni diverse de La Divina Commedia..."
"..."
"Ok, ho capito. Prendo questi allora."
"Si ricorda per caso di quale editore?"
"Fandango... Einaudi."
"Fandango, si, ora ricordo. Einaudi è un'altra casa editrice."
"Si, lo so."
"Aspetti che controllo sul computer."
"Ok."
"Trovato: Infinite Jest di Foster David Wallace."
"!?!"
"Purtroppo non lo abbiamo. Sa, è un po' datato."
"Datato?"
"Si, vuol dire che non è uscito recentemente."
"Si, lo so cosa significa datato. Solo che ho visto che avete cinque edizioni diverse de La Divina Commedia..."
"..."
"Ok, ho capito. Prendo questi allora."
venerdì 20 novembre 2009
32 Flavors
Squint your eyes and look closer
I'm not between you and your ambition
I am a poster girl with no poster
I am thirty-two flavors and then some
And I'm beyond your peripheral vision
So you might want to turn your head
Cause someday you are gonna get hungry
And eat most of the words you just said
Both my parents taught me about good will
And I have done well by their names
Just the kindness I've lavished on strangers
Is more than I can explain
Still there's many who've turned out their porch lights
Just so I would think they were not home
And hid in the dark of their windows
'Til I'd passed and left them alone
God help you if you are an ugly girl
Course too pretty is also your doom
Cause everyone harbors a secret hatred
For the prettiest girl in the room
And god help you if you are a phoenix
And you dare to rise up from the ash
A thousand eyes will smolder with jealousy
While you are just flying past
And I'll never try to give my life meaning
By demeaning you
And I would like to state for the record
I did everything that I could do
I'm not saying that I am a saint
I just don't want to live that way
No, I will never be a saint
But I will always say
Squint your eyes and look closer
I'm not between you and your ambition
I am a poster girl with no poster
I am thirty-two flavors and then some
And I'm beyond your peripheral vision
So you might want to turn your head
Cause someday you might find you are starving
And eating all of the words that you said
Performed by Ani DiFranco
giovedì 19 novembre 2009
La ragazza dei miei sogni
Perché il corpo sa cose che il cervello dimentica.
"Si tratta di una ragazza."
"Si tratta sempre di una ragazza. O di un ragazzo."
"Io credo di essere un tipo piuttosto normale, invece."
"E' quello che dicono tutti."
"Proprio così."
"Solo perchè la gente non osserva."
"Cioé?"
"Cioé, le persone stanno sempre a guardarsi l'ombelico, non cercano realmente di comprendere gli altri. Si fanno un'idea di te nei primi cinque minuti che ti conoscono, e poi passano il resto del tempo a confermarsela. A nessuno gli frega niente degli altri, questa è la verità."
la gente tende a sopravvalutare il proprio posto nell'ordine delle cose.
Non ti rendi conto di quanto la morte sia definitiva finché non prende qualcuno che conosci bene.
Stavo facendo un errore molto comune: quando un evento sfugge ai nostri parametri, invece di cambiare i parametri, ignoriamo l'evento.
"Si tratta di una ragazza."
"Si tratta sempre di una ragazza. O di un ragazzo."
"Io credo di essere un tipo piuttosto normale, invece."
"E' quello che dicono tutti."
"Proprio così."
"Solo perchè la gente non osserva."
"Cioé?"
"Cioé, le persone stanno sempre a guardarsi l'ombelico, non cercano realmente di comprendere gli altri. Si fanno un'idea di te nei primi cinque minuti che ti conoscono, e poi passano il resto del tempo a confermarsela. A nessuno gli frega niente degli altri, questa è la verità."
la gente tende a sopravvalutare il proprio posto nell'ordine delle cose.
Non ti rendi conto di quanto la morte sia definitiva finché non prende qualcuno che conosci bene.
Stavo facendo un errore molto comune: quando un evento sfugge ai nostri parametri, invece di cambiare i parametri, ignoriamo l'evento.
Francesco Dimitri
mercoledì 18 novembre 2009
Nalli Bello
di quando: la macchina si fermò nel bel mezzo di un incrocio, e fuori diluviava, pioveva fitto quasi fosse la nostra vita ora; i pomeriggi lunghi in ospedale, ad ammalarsi al posto sbagliato, sdraiarsi su letti matrimoniali momentanei, le barelle con la febbre, e a pisciare fuori, pisciare male, sbagliare la posizione; gli europei del '92 in Svezia, quando tu solo mi ritrovasti; gli anni della sabbia ancora prima, sala giochi e mare per la prima volta, nuotare contro le turiste tedesche; le foto da non vedere e quelle da ispirare, Praga con il suo cimitero ebraico, il golem di terracotta; le collezioni più improbabili, le bottiglie di birra vuote, ancora conservate nell'ammucchiare della soffitta, le foto dall'esterno con in sfondo gli stadi di calcio; i pellegrinaggi nell'edicole più lontane, cercando fumetti non ristampati negli scaffali colmi di porno a buon mercato; la notte in cui a cercarti ero io, su e giù per le strade, quando invece eri al cinema, cellulare spento fino al tuo ritorno a casa; l'amplificatore partì definitavamente, del tutto, rischiando di cacciare via frammenti di finestre e vetro di bicchieri; a natale i libri regalati al punto giusto, Kerouac dopo Asimov e la fondazione; Mrs Doubfire srotolato attorno ad una scuola, le due di notte, tanta fanta e mille bollicine al posto delle stelle; i biglietti degli auguri di buon lavoro il primo giorno, i primi giorni, tieni duro, vai così, tranquillo, lasciati sul comodino, chissà quanti prima che decidessi di metter fine a quella vacanza; dei consigli o del semplice lasciare in giro qualche cosa che invogliava, che stuzzicava, un indicare la strada senza però spingere o forzare; mi venivi a ripredere a Firenze e periferia, portando in dono cd nuovi che ancora non potevamo ascoltare in auto. Di tutto questo e di mille altre cose ormai disciolte che non si distinguo neppure più, ma ci sono ci sono state e chi le ha messe sei stato tu; perchè sei modello, forma, ispirazione, visione, la bella copia che non verrà mai stropicciata quanto me; perchè se io in fondo ci sei molto, alle fondamenta, te.
ps. E per regalo, in esclusiva, un biglietto per l'anteprima di Twilight Saga: New Moon!! Wow!!!!
ps. E per regalo, in esclusiva, un biglietto per l'anteprima di Twilight Saga: New Moon!! Wow!!!!
martedì 17 novembre 2009
appendice #1 all’apocalisse #28
Ognuno ha una sua precisa realtà interiore attraverso osserva comprende ed elabora ciò che è all’esterno. Chiamiamola banalmente visione del mondo. Ma è una visione parziale del proprio mondo. Nessuno può avere una visione del mondo. La visione del mondo sarà sempre per forza la visione del nostro mondo. Quindi sarà sempre una visione. Le persone come le vediamo, anche quelle che in qualche modo ci sono vicine saranno sempre comunque una proiezione (nei migliori dei casi vicina alla realtà, ma realtà che in realtà non esiste perché anch’essa visione personale di altrui sé) di quello che sono, ne deriva che nessuno comprende in realtà nessuno, al di là di quello che con gli strumenti cognitivi che possiede (personali), e solo quelli, riesce a comprendere, carpire. Quindi tutto ciò che osserviamo è virtuale e banalizzando nessuno conosce nessuno.
William Dollace
William Dollace
lunedì 16 novembre 2009
Sul pongo e le alluvioni
Avrei voluto dirti: non sentirti così tanto in soggezione nei confronti dell'amore, sbagliando lo so il termine, ma non avrei avuto il tempo per cercarne uno migliore, più calzante, da farti indossare con eleganza. Continuando: non essere così severa con te stessa, segnando con la penna rossa ogni singola parola della tua definizione, quasi tutta la faccenda fosse un compito in classe o un'interrogazione. Puoi dare mille e cento diverse spiegazioni, postulati, interpretazioni, e sbagliare ogni santa volta; ma non tanto perché la tua risposta sia sbagliata in senso stretto, quanto piuttosto perché non c'è una risposta esatta o giusta. In fondo l'amore forse è solo un dodecaedro di Rubik con cui tutti passiamo il tempo a cercare di far combaciare i lati, dipingendoli di uno stesso identico colore.
venerdì 13 novembre 2009
Frances Farmer Will Have Her Revenge On Seattle
Errata Corrige: questa è più intonata ai giorni
It's so relieving
To know that you're leaving as soon as you get paid
It's so relaxing
To hear that you're asking whenever you get your way
It's so soothing
To know that you'll sue me, this is starting to sound the same
I miss the comfort in being sad
I miss the comfort in being sad
I miss the comfort in being sad
In her false witness, we hope you're still with us,
To see if they float or drown
My favorite patient, a display of patience,
Disease-covered Puget Sound
She'll come back as fire, And burn all the liars,
leave a blanket of ash on the ground
I miss the comfort in being sad
I miss the comfort in being sad
I miss the comfort in being sad
It's so relieving
To know that you're leaving as soon as you get paid
It's so relaxing
To know that you're asking wherever you get your way
It's so soothing
To know that you'll sue me, this is starting to sound the same
I miss the comfort in being sad
I miss the comfort in being sad
I miss the comfort in being sad
Performed by Nirvana
It's so relieving
To know that you're leaving as soon as you get paid
It's so relaxing
To hear that you're asking whenever you get your way
It's so soothing
To know that you'll sue me, this is starting to sound the same
I miss the comfort in being sad
I miss the comfort in being sad
I miss the comfort in being sad
In her false witness, we hope you're still with us,
To see if they float or drown
My favorite patient, a display of patience,
Disease-covered Puget Sound
She'll come back as fire, And burn all the liars,
leave a blanket of ash on the ground
I miss the comfort in being sad
I miss the comfort in being sad
I miss the comfort in being sad
It's so relieving
To know that you're leaving as soon as you get paid
It's so relaxing
To know that you're asking wherever you get your way
It's so soothing
To know that you'll sue me, this is starting to sound the same
I miss the comfort in being sad
I miss the comfort in being sad
I miss the comfort in being sad
Performed by Nirvana
giovedì 12 novembre 2009
Nel Paese Delle Creature Selvagge
Cosa fare quando il mondo, quello che conoscevi e l'unico che fino ad ora conosci, pare volgerti le spalle o additarti come il nemico? Partire per un viaggio, che sarà si burrascoso come le acque di un mare in mezzo ad una tempesta ma saprà anche indicarti la giusta direzione da prendere dentro. Il ritorno, vedrai, sarà molto più sereno e tranquillo: durerà meno e saprai benissimo come andrà a finire.
Ulula alla luna o alle scogliere, vestito del tuo travestimento migliore. Non conta essere re, umano, o lupo: tutti diventiamo, ci trasformiamo. Non siamo linee rette, ma curve piegate in scarabocchi interiori non certo facili da decifrare, attraverso urla, MORSI, presi e dati. Quando cerchiamo di capirci, senza saperlo né volerlo, finiamo sempre per dare forme diverse e più vicine a noi a tutto quello che vediamo intorno, così le cose le persone e pure noi stessi infine ci moltiplichiamo, ci dividiamo secondo un minimo comun denominatore che non ammette il convivere di più di una sola singola caratteristica. In questo modo, analizzando gli atomi al microscopio, forse riusciamo meglio a capire quello che succede.
Perché prima dell'adolescenza viene un mondo che non vorremo mai veder crollare.
Giudizio: Dvd
- Cinema ==> Da vedere assolutamente, correre al cinema
- Dvd ==> Da vedere, ma si può aspettare il noleggio
- Tv ==> Niente di esaltante, se proprio si deve vedere aspettare il passaggio in tv
- Passeggiata ==> Perdibilissimo. Andate pure a fare una passeggiata.. anche sotto la pioggia
mercoledì 11 novembre 2009
martedì 10 novembre 2009
Bambino vezzoso
Un bambino biondo vezzoso gioca in cortile lanciando una palla contro un muro di mattoni colorati dai pastelli con cui ha disegnato paesaggi e volti di persone famigliari amici che vede tutte le mattine a scuola a studiare la storia la geografia fisica fatta di foreste e montagne e non quella dei sentimenti che dovrà poi scoprire da solo senza libri di testo o versi da imparare a memoria ma esplorando di volta in volta territori oscuri mai calpestati da piede umano così come da animali invincibili a guardia di grandi castelli dove riposano principesse prigioniere dei loro stessi pensieri intricati come capelli annodati mai pettinati da anni e anni riuscirà mai il nostro valoroso condottiero a cavalcare le impervie pianure che dal regno dei cieli portano direttamente agli inferi di quelle vallate infuocate da lava rovente a fiumi e fossati attorno alle mura strette nella morsa di draghi dalle squame dorate resistenti come più dell'anima e di tutte le sue bugie bianche contro le lame di pugnali magici impugnati come fossero spade lunghe capaci di perforare la ruggine della corruzione dell'età adulta quando invece si piegano di fronte a tutte le barriere erette da persone e uomini e donne e gente intelligente che vogliono difendere ciò che in realtà non dovrebbe essere difeso ma promulgato così come i venti così come il sole la pioggia non sono mica uragani o tornadi che devastano il mondo civilizzato con palazzi alti piani su piani verso il cielo a grattarlo alla base delle nuvole i nostri pensieri e umori più grandi più belli più complessi di questo farneticare frenetico seguendo le linee dei segni dei rossi dei neri dei gialli dei verdi sul muro colorato con pastelli ricchi di quella fantasia pura infanzia non ancora offuscata dalle nebbie di tutto il tempo che poi arriverà a disturbare la quiete prima della tempesta senza gli arcobaleni tesi nell'aria tra un pentolone ricco di oro e un altro pentolone ricco della moneta corrente con cui a quei tempi in cui piangere è ancora un sollievo perchè pulisce ben bene gli occhi dalle ombre si pagano i momenti più belli eccitanti da attacare alla bacheca della memoria con puntine da disegno come se fossero fogli prima dei post-it gialli che attirano troppo l'attenzione e sono così banali tutti uguali mentre invece i ricordi appesi a quel pezzo di sughero che è la parte del cervello addetta a ricordare sono pezzi di vita che sono fotografie ingiallite dal tempo ritagli di giornali con caratteri cubitali strilloni a chiamare le persone sono fogli scribacchiati cartine da zucchero con calligragia elegante ben leggibile sono pagine di diari appunti scritti alla velocità della luce per non perdere il flusso della mano sono parole scarabocchiate più per incidere qualcosa che non per permettere ad altri poi di poterle leggere bene come si deve e come si addice a qualcosa tramandato per i posteri la cui ardua sentenza non è attesa nè osteggiata ma semplicemente allontanata il più possibile perchè francamente, beh francamente me ne infischio.
lunedì 9 novembre 2009
Un Pensiero
Traffico con carta, nastri nastrini, nastro adesivo. Prendo le forbici e le apro il più possibile per arricciare a capelli indipendenti i fiocchi appena fatti e formati, lungo le spalle di questo pacco tutto strano e storto, che non ha forma, tutto bozzi e bozzetti vari, palle di vuoto, rigonfi da una parte all'altra. Non è geometrico, dici mentre lo prendi e sorridi. Si, è vero, dico io, ma forse perchè dentro il pacco non c'è una scatola, non è così solido da poterci montare sopra un tendone come al circo; e questo pensiero, come tutti i pensieri, non ha forma, scappa via. Non appena sistemavo un lato mi scappava via l'altro; piegavo un angolo e lo fermavo ed usciva via dall'altra parte. Non è facile impacchettere un pensiero. Ci ho provato, ho fatto del mio meglio, e scusa se non è un gran che o non sono riuscito a farlo meglio che più meglio assai più non si può, come volevo e riprovavo di continuo, scartandolo io il regalo e rifacendo tutto il pacco da capo di nuovo come nuovo. In questi casi, spero, apprezzerai il pensiero.
venerdì 6 novembre 2009
Quello che sento
potrei parlare
discutere
stringere i denti
sorridere
mentire infinitamente
dire e ridire inutilità
mostrare falsa e ipocrita serenità
quando le parole si ribellano
favole
fiumi, mari di perplessità
non c'è una ragione per non provare
quello che sento
dentro
un cielo immenso
dentro
quello che sento
ho bisogno di stare con te
regalarti le ali di ogni mio pensiero
oltre le vie chiuse in me
voglio aprire il mio cuore a ciò che è vero
potrei parlare
discutere
stringere i denti
sorridere
soffrire infinitamente
trovare un senso all'inutilità
mostrare falsa e ipocrita serenità
quando le parole si ribellano
favole
fiumi, mari di perplessità
non c'è una ragione per non provare
quello che sento
dentro
un cielo immenso
dentro
quello che sento
ho bisogno di stare con te
regalarti le ali di ogni mio pensiero
oltre le vie chiuse in me
voglio aprire il mio cuore a ciò che è vero
..a ciò che è vero
discutere
stringere i denti
sorridere
mentire infinitamente
dire e ridire inutilità
mostrare falsa e ipocrita serenità
quando le parole si ribellano
favole
fiumi, mari di perplessità
non c'è una ragione per non provare
quello che sento
dentro
un cielo immenso
dentro
quello che sento
ho bisogno di stare con te
regalarti le ali di ogni mio pensiero
oltre le vie chiuse in me
voglio aprire il mio cuore a ciò che è vero
potrei parlare
discutere
stringere i denti
sorridere
soffrire infinitamente
trovare un senso all'inutilità
mostrare falsa e ipocrita serenità
quando le parole si ribellano
favole
fiumi, mari di perplessità
non c'è una ragione per non provare
quello che sento
dentro
un cielo immenso
dentro
quello che sento
ho bisogno di stare con te
regalarti le ali di ogni mio pensiero
oltre le vie chiuse in me
voglio aprire il mio cuore a ciò che è vero
..a ciò che è vero
Performed by Carmen Consoli
giovedì 5 novembre 2009
Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo
Visionario, narrativamente singhiozzante per andamento della storia e riepiloghi e motivazioni e scenari. L'ultimo film interpretato da Heath Ledger è un viaggio nella mente non solo di Parnassus ma più che altro in quella di Terry Gilliam. Alcune immagini al di là dello specchio ricordano scenografie dei Monty Python, mentre il mondo è sporco e pieno di spazzatura quanto la città delle dodici scimmie. Il Tony di Ledger si trasforma in Depp, Farrell e Law, indicando anche un cambiamento dell'animo, da bianco a nero, con il primo dei tre ben calato nel personaggio e l'ultimo invece un po' fuori parte, tutto risolini e smorfiette. Una pellicola che rimane sempre in bilico tra realtà e immaginazione e pazzia, con scommesse con il diavolo, interpretato da un Tom Waits con baffini finti, che a volte incarna la malattia mentre a volte la tentazione la bramosia, dove invece il diavolo è un po' in tutti, mascherato sotto varie forme o scelte. Il tutto condito da una lieve poesia, mista a scatoloni da barboni e baracconi di grandi spettacoli dei vecchi tempi andati. (E in certi punti regala veri attimi di infinita saggezza.)
Se solo la seconda parte mantenesse l'intreccio della prima avrebbe meritato di più.
Ps. Un messaggio alla ragazzetta sciacquetta che uscendo dal cinema diceva che Ledger non era un bravo attore ma aveva vinto tale appellativo solo per il fatto di essere morto giovane; in fondo secondo lei aveva fatto solo 10 cose che odio di te, Il destino di un cavaliere e Il patriota.
"Io non me ne ricordo altri di suoi film." Diceva.
Cara, se guardi solo stronzate non ricorderai altro che stronzate.
Giudizio: Dvd
- Cinema ==> Da vedere assolutamente, correre al cinema
- Dvd ==> Da vedere, ma si può aspettare il noleggio
- Tv ==> Niente di esaltante, se proprio si deve vedere aspettare il passaggio in tv
- Passeggiata ==> Perdibilissimo. Andate pure a fare una passeggiata.. anche sotto la pioggia
mercoledì 4 novembre 2009
Tre Vite
La memoria è un sistema di recupero di informazioni incostante, ve lo confermerebbe chiunque. E' piena di sbavature. Ogni tanto capitano cose che vanno al di là della nostra debilitata comprensione. Ogni tanto scegliamo di non soffermarci sulle cose accadute, così come una donna non ha voglia di soffermarsi sui particolari del travaglio una volta che il travaglio è concluso, quando il bebé è stato messo al mondo. Per me funziona così. Insomma, se io preferisco concentrarmi sulle cose positive, su una buona bottiglia di vino, su un bel tramonto, su un pomeriggio a remare al porto con la mia canoa gonfiabile, si può forse dire per questo che la mia memoria è insufficiente? la mia memoria è affidabilissima per tutto quello che sceglie di ricordare.
Aveva occhi blu d'acciaio che erano quasi laceranti per quanto erano vulnerabili
Il cognome col trattino, per toccare un tasto dolente, era una creazione dei suoi genitori, che non si erano mai sposati. Qegli spiriti liberi si erano conosciuti all'inizio degli anni Settanta, nel Sud. Stando ai loro racconti, il concepimento di Ellie Knight-Cameron era avvenuto durante un concerto della venerabile Allan Brothers Band. C'era stato un assolo particolarmente spinto di Dickey Betts. In lontananza sotto una coperta sbrindellata, l'amore aveva unito le famiglie non esattamente illustri dei Knight e dei Cameron.
di sicuro non era eterosessuale, visto che non emanava nessuna scintilla erotica, nessuna alchimia romantica, niente di niente. [...] a guardargli nel profondo degli occhi ci si accorgeva che erano come gli occhi di plastica di un animale di pezza.
C'era Serena in jeans con le toppe sulle ginocchia, la felpa verde di Darthmouth intonata agli occhi, beve il rum troppo in fretta e ne sputa un poco, si pulisce i denti con le unghie rosso cupo, una tonalità chiamata licantropo, e c'è il sapore dei panini al burro di arachidi con pezzi d'arachidi, ci sono pretzel vecchi e mosci.
Se proprio volete dare qualcosa per scontato, date per scontato che da adesso in poi ogni silenzio avrà in sé del dolore.
Come se la gelosia fosse l'unico colore della sua vita. Come se l'atmosfera fosse tre parti di gelosia e una parte di ossigeno.
"Cosa vedi in questo momento?"
"L'autunno", ha sussurrato lei.
E' un grosso errore misurare lo spazio col tempo, in fondo. Perché il tempo cambia.
Ha sorriso, e a quel punto mi sono sentito ubriaco già solo dei particolari del suo sorriso. Era un sorriso umile e sbilenco, e portava dei jeans con le toppe, e si è sfilata la felpa verde di Darthmouth ed è rimasta con una maglietta che aveva le maniche tagliate, la maglietta che pubblicizzava una certa ragazza deejay, e sotto la maglietta le vedevo la parte bassa della pancia. La curva dei seni. Il suo sorriso prometteva cose che non si sona mai realizzate, capite?
perché l'amore è bello quando non hai neinte, e io non avevo niente
perché gli attaccamenti che hai a quell'età, quando sei un ragazzino - almeno prima che cominciassero i problemi del mondo - quelle amicize sono l'unica cosa che ti sostiene.
Lo sai quanto penso a te?, volevo chiederle. Lo vuoi sapere che ti sto conservando per i posteri? Perché ti ho messa per iscritto, ho segnato come ti tiri le maniche della felpa fin sopra le mani, ho segnato ti si sbava l'eyeliner. Ho immortalato il tuo modo di rigirarti sui talloni delle scarpe da tennis costose, che dovresti cambiare più spesso. So di te e delle pesche noci, so che non c'è niente al mondo che ti piace di più, e so che quando ti svegli non sei mai felice, non prima del caffè, tanto caffè, e che pensi di avere le spalle grasse, il che è ridicolo. Tutot messo per iscritto. E le volte che hai strillato contro tua sorella minore sull'autobus, ho messo per iscritto tutta la conversazione, e non voglio ninete in cambio, niente. Non voglio che ti senti in debito per qualche motivo, è solo ch emi hai fatto venir voglia di usare la scrittura per preservare la storia, che è una gran cosa
Cassandra era bella in un modo che forse non sprei descrivere, perché la bellezza, in definitiva, rimane fuori dal linguaggio.
La memoria è il groove, è il solco, la bugia, la storia che non capisci mai fino in fondo, il posto migliore in cui stare. La moria è la puttana, la fabbrica di vergogna, la maledizione e la consolazione.
Aveva occhi blu d'acciaio che erano quasi laceranti per quanto erano vulnerabili
Il cognome col trattino, per toccare un tasto dolente, era una creazione dei suoi genitori, che non si erano mai sposati. Qegli spiriti liberi si erano conosciuti all'inizio degli anni Settanta, nel Sud. Stando ai loro racconti, il concepimento di Ellie Knight-Cameron era avvenuto durante un concerto della venerabile Allan Brothers Band. C'era stato un assolo particolarmente spinto di Dickey Betts. In lontananza sotto una coperta sbrindellata, l'amore aveva unito le famiglie non esattamente illustri dei Knight e dei Cameron.
di sicuro non era eterosessuale, visto che non emanava nessuna scintilla erotica, nessuna alchimia romantica, niente di niente. [...] a guardargli nel profondo degli occhi ci si accorgeva che erano come gli occhi di plastica di un animale di pezza.
C'era Serena in jeans con le toppe sulle ginocchia, la felpa verde di Darthmouth intonata agli occhi, beve il rum troppo in fretta e ne sputa un poco, si pulisce i denti con le unghie rosso cupo, una tonalità chiamata licantropo, e c'è il sapore dei panini al burro di arachidi con pezzi d'arachidi, ci sono pretzel vecchi e mosci.
Se proprio volete dare qualcosa per scontato, date per scontato che da adesso in poi ogni silenzio avrà in sé del dolore.
Come se la gelosia fosse l'unico colore della sua vita. Come se l'atmosfera fosse tre parti di gelosia e una parte di ossigeno.
"Cosa vedi in questo momento?"
"L'autunno", ha sussurrato lei.
E' un grosso errore misurare lo spazio col tempo, in fondo. Perché il tempo cambia.
Ha sorriso, e a quel punto mi sono sentito ubriaco già solo dei particolari del suo sorriso. Era un sorriso umile e sbilenco, e portava dei jeans con le toppe, e si è sfilata la felpa verde di Darthmouth ed è rimasta con una maglietta che aveva le maniche tagliate, la maglietta che pubblicizzava una certa ragazza deejay, e sotto la maglietta le vedevo la parte bassa della pancia. La curva dei seni. Il suo sorriso prometteva cose che non si sona mai realizzate, capite?
perché l'amore è bello quando non hai neinte, e io non avevo niente
perché gli attaccamenti che hai a quell'età, quando sei un ragazzino - almeno prima che cominciassero i problemi del mondo - quelle amicize sono l'unica cosa che ti sostiene.
Lo sai quanto penso a te?, volevo chiederle. Lo vuoi sapere che ti sto conservando per i posteri? Perché ti ho messa per iscritto, ho segnato come ti tiri le maniche della felpa fin sopra le mani, ho segnato ti si sbava l'eyeliner. Ho immortalato il tuo modo di rigirarti sui talloni delle scarpe da tennis costose, che dovresti cambiare più spesso. So di te e delle pesche noci, so che non c'è niente al mondo che ti piace di più, e so che quando ti svegli non sei mai felice, non prima del caffè, tanto caffè, e che pensi di avere le spalle grasse, il che è ridicolo. Tutot messo per iscritto. E le volte che hai strillato contro tua sorella minore sull'autobus, ho messo per iscritto tutta la conversazione, e non voglio ninete in cambio, niente. Non voglio che ti senti in debito per qualche motivo, è solo ch emi hai fatto venir voglia di usare la scrittura per preservare la storia, che è una gran cosa
Cassandra era bella in un modo che forse non sprei descrivere, perché la bellezza, in definitiva, rimane fuori dal linguaggio.
La memoria è il groove, è il solco, la bugia, la storia che non capisci mai fino in fondo, il posto migliore in cui stare. La moria è la puttana, la fabbrica di vergogna, la maledizione e la consolazione.
Rick Moody
martedì 3 novembre 2009
An Invisible Sign of My Own
mi sono slegata i capelli e mi sono indossata al contrario.
mi sono slogata la voce cercando di farle parlare una lingua diversa, cercando di farle ingoiare parole che sono coaguli in questa mia gola fucile, e senza proiettili sono
: disinnescata
la buona notizia è che puoi calpestarmi senza per questo farmi saltare – dormo sepolta, non faccio più male -, e ho occhi piuttosto discreti coi quali leccare la vita degli altri.
dice l’etichetta, lavare a trentasei gradi e con calori simili, che il dentro sia fuori e mentre ti asciughi arriccia i capelli – mi sono stirata tirata allungata i capelli, mi sono indossata al contrario -, e dalla centrifuga ho visto il mondo girare, ho fatto ciao con la mano, e ho stinto la pelle ma in modo uniforme. ammorbidente non ne ho trovato e sono un po’ rigida nei movimenti, ho ancora la lingua che sa di sapone ma sono pulita e cammino con gli occhi a terra e le cuciture a vista e con l’indicazione, non sono delicata, sono un corpo tessuto da mani callose e sottopagate in qualche terra non troppo lontana, addosso al quale puoi appartenere a te stesso.
la ragazza dai capelli strani
mi sono slogata la voce cercando di farle parlare una lingua diversa, cercando di farle ingoiare parole che sono coaguli in questa mia gola fucile, e senza proiettili sono
: disinnescata
la buona notizia è che puoi calpestarmi senza per questo farmi saltare – dormo sepolta, non faccio più male -, e ho occhi piuttosto discreti coi quali leccare la vita degli altri.
dice l’etichetta, lavare a trentasei gradi e con calori simili, che il dentro sia fuori e mentre ti asciughi arriccia i capelli – mi sono stirata tirata allungata i capelli, mi sono indossata al contrario -, e dalla centrifuga ho visto il mondo girare, ho fatto ciao con la mano, e ho stinto la pelle ma in modo uniforme. ammorbidente non ne ho trovato e sono un po’ rigida nei movimenti, ho ancora la lingua che sa di sapone ma sono pulita e cammino con gli occhi a terra e le cuciture a vista e con l’indicazione, non sono delicata, sono un corpo tessuto da mani callose e sottopagate in qualche terra non troppo lontana, addosso al quale puoi appartenere a te stesso.
la ragazza dai capelli strani
lunedì 2 novembre 2009
Ottobre 2009
"Il cielo tipo non esiste. E’ uno spazio di aria, nuvole, e uccelli. E come esempio calza, anche l’amore non esiste ma é un insieme di cose, a cui noi diamo il nome amore e le raggruppiamo."
rob robboso robertodragone
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