“In fondo chi sa davvero come reagisce il nostro corpo a determinate situazioni? Voglio dire, sappiamo che se sforziamo troppo un muscolo questo finirà con lo strapparsi, ma non riusciamo a definire con esattezza quando questo accadrà. Per definirci davvero bravi dovremmo essere capaci di calcolare alla perfezione per quale motivo uno stupidissimo muscolo, con tutto il rispetto, finirà per danneggiarsi, con tanto di limiti massimi oltre i quali non dovremmo spingerci. Bisognerebbe riuscire a quantificarli, questi limiti, per potere prevenire, non solo curare. La cura è solo un rimedio, la prevenzione è la vera risposta. E noi non riusciamo a darla. Sappiamo la domanda, potremmo pure conoscere bene la risposta, ma quando dobbiamo esprimerla a parole iniziamo a balbettare, facciamo finta di cadere dalle nuvole, inventiamo scuse, come quando andavamo a scuola: diciamo che il cane ci ha mangiato il compito; o che abbiamo i muratori a casa; i nonni stanno male, notti intere passate al pronto soccorso. Invece la verità è che non abbiamo veramente voglia di dare questa risposta, preferiamo fare altre cose. Basterebbe mettersi a studiare sul serio, analizzare qualcosa con quel cazzo di microscopio di merda. Prendere tre o quattro persone del tutto normali, vita media e regolata, niente eccessi, e metterli a correre intorno a una pista con dei sensori attaccati al torace; misurarne i battiti cardiaci, monitorare i consumi di zuccheri, registrare lo sforzo di ogni singolo muscolo, catalogandoli per classe e lunghezza. I dati li potremmo avere a portata di mano. Basterebbe allungarla la mano, per afferrarli e collezionarli. Invece preferiamo perdere tempo con altre sciocchezze, tipo il meteo. A questo mi hanno portato a pensare, che sia tutto inutile. Cristo, non riusciamo neppure a dire con esattezza se domani sarà una bella giornata oppure no."
Fuori piove. L'acqua spazzata dal vento sbatte violenta a grandi frusciate contro la parete a vetro del bar.
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