Sarà l’età, o il film fatto particolarmente bene, o chissà cosa, ma lo ammetto: in vari punti avevo i lacrimoni agli occhi. La storia narra di un libro di denuncia nato nello stato del Mississippi, non certo uno tra i più tolleranti degli Stati Uniti all’epoca (raccapricciante) del razzismo “legale”, scritto da una giovane ragazza bianca grazie a ricordi e testimonianze di alcune cameriere di colore. Tra alcune situazioni davvero impensabili oggigiorno e l’atteggiamento assurdo di alcuni personaggi, resi però credibili dal contesto storico e dalla sceneggiatura, il film delinea bene un episodio all’interno della lotta per il raggiungimento della parità di diritti degli afroamericani, portata avanti in modo ben più famoso da Martin Luther King e altri esponenti dell’epoca. La pellicola è tratta da un romanzo, ma non è chiaro se quest’ultimo sia basato su una storia vera o meno. Gli atteggiamenti di alcuni personaggi di cui sopra potrebbero fare parte anche della vita reale di quel tempo, e anche se oggi quegli stessi atteggiamenti appaiano pazzeschi (sarebbe pericoloso se non apparissero tali) erano comunque all’ordine del giorno.
Il film sfora le due ore di durata, ma non si sente nessun tipo di pesantezza, anzi.
Ps. Se qualcuno non ti vuole raccontare qualcosa, cazzo, un motivo ci sarà! Ti si stringe il cuore (alla mia età)…
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