mercoledì 14 novembre 2012
50 e 50
50 e 50 sono le probabilità che ha il protagonista di guarire dal cancro e di continuare la sua vita. Un evento drammatico che la vita in fondo la cambia radicalmente. Oltre a questo viene in “soccorso” alla drammaticità del film una famiglia piuttosto problematica, con il padre che soffre di demenza senile e la madre iperprotettiva e a tratti fin troppo vicina, un amico sopra sopra sopra le righe, la fine del rapporto che lega il protagonista alla propria ragazza, e il caso che vuole ad assisterlo durante la chemio una giovane terapista alle primissime armi che dovrebbe aiutarlo a superare a livello psicologico lo scoglio del cancro e che invece dovrà farsi le ossa sulla sua situazione. Detta così potrebbe apparire un film da tagliarsi le vene, invece Jonathan Levine, forse aiutato dall’aver vissuto in prima persona una situazione analoga, riesce a trattare tutte le vicende della pellicola con un vago senso di commedia, rendendo digeribili qualsiasi avversità si abbatta sul protagonista Joseph Gordon-Levitt. Ad aiutarlo in questo compito ci pensano una leggiadra stronza di nome Bryce Dallas Howard, un goliardico ma premuroso Seth Rogen, una spigolosa Anjelica Huston, e una tenera Anna Kendrick. Un film che si schiera tra quelle pellicole che non vogliono certo sconvolgere il mondo o spiegare chissà quale mistero della fede e/o della vita, ma risultano ugualmente talmente belli da riuscire ad affascinarti quel tanto che basta da non poterne parlare altro che bene. La vera arma vincente di questi film è l’atmosfera che si respira, e che vorresti continuare a respirare, anche al di qua dello schermo.
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