C’era una volta, tanto tempo fa, in mezzo a tanti studi cinematografici, una piccola azienda di animazione di nome Pixar. Così si potrebbe riassumere questo The Brave, andando a raccontare gli inizi strepitosi della propria casa di produzione fino a giungere all’acquisizione da parte della Disney, una specie di Pac-man hollywoodiano che in questo ultimo periodo sembra volersi mangiare il mondo intero: Marvel, Lucasfilm, etc.
L’animazione è sempre a buoni livelli, anche se la caratterizzazione di alcuni personaggi, vedi il re, rimanda un po’ troppo a cose già viste in Dragon Trainer. Quello che stona in questa pellicola è la storia, che sembra essere indecisa su che strada prendere. Un’indecisione che alla fine della visione non permette un godimento pieno e spensierato, pur restando un film che si lascia vedere. L’inizio, con la protagonista piccola Robin Hood in gonnella, anche se la gonna e qualsiasi abito femminile si rifiuta di indossare, lascia presagire una direzione che però il film non ha il coraggio di intraprendere, o che magari gli sceneggiatori non sapevano come far evolvere. Si prende perciò un’altra strada, un po’ frastagliata e disconnessa, e si finisce per arrivare nelle parti di Koda Fratello Orso, o giù di lì. Curioso, perché quello sì che era della Disney. Tutto questo getta un’ombra scura sul futuro dei nuovi film targati Pixar: saranno tutti come questo ultimo The Brave (ovvero con un sottofondo disneyano assai marcato)? Speriamo di no, perché i film della Pixar erano davvero davvero molto molto belli, mentre questo ultimo lavoro può essere carino, ma non molto di più.
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