martedì 24 marzo 2009

Di cui parlare ci sarebbe il mondo intero

Cazzo! Perchè ad ogni tua singola parola, lettera, devo circunnavigare il mondo intero con le mie fantasie, le mie supposizioni e le mie congetture sbagliate e stratirate? E altrettanto porca di quella troia, perché devo continuamente parlare delle parole, e parole, tirarle sempre in ballo, quasi ne sentissi la mancanza e non le stessi neppure scrivendo, le parole, e parole, e parole, e opere ed omissioni (come alla messa delle undici, quando da bambino andavo a fare il chierichetto per avere mille lire e poi spenderle ai videogiochi nel bar prima di arrivare a casa - e quella volta che mia mamma venne a prendermi a ceffoni all'una e mezza, quando la messa era invece finita a mezzogiorno; o quando i ceffoni li prendevo perché con G. mangiavo tutto il pane che ero andato a prendere a piedi, e arrivato a casa avevo la bocca sporca di ovini kinder e solo un'etto di pane invece del mezzo chilo commissionato e pagato; oppure quando scappai per una sera di casa, e mi venne a cercare e trovare mio fratello, e mi sentivo una merda, un perfetto coglione, più di quanto non mi sarei sentito anni e anni dopo quando sarei tornato per la prima volta a casa ubriaco perso, e sempre mia madre ad aspettarmi sulla porta, alle tre o alle quattro, non ricordo, con le sue mani ruvide e pesanti). Sembra quasi non riesca a parlare d'altro, solo queste stupide parole che il più delle volte rimangono qui, sterili e inoperose.
Eppure ci sarebbero un sacco di cose di cui parlare e di cui sparlare. La politica: cazzo che paese di merda che siamo. Il tempo: non esistono più le mezze stagioni, e quando vuoi fare un complimento non ti rimane che aggrapparti al sole e sperare che non si nasconda dietro le nuvole, come invece puntualmente accade; e te rimani con questo complimento, neppure poi tanto bello o originale, arido tra le mani, mentre fuori piove. La situazione mondiale, l'economia a rotoli, il ponte sullo stretto, l'alta velocità, le centrali atomiche, la riforma della scuola, e l'alitalia, il governo in carica e quello caduto, le elezioni provinciali, regionali, comunali, le cellule staminali, il caso Cesare Battisti, Tondelli (anche se non c'entra un cazzo; perché Tondelli c'entra sempre e Camere Separate e Altri Libertini andrebbero letti di continuo, fatti studiare perfino alle superiori), il New Italian Epic e il suo contrario, la voglia di scandagliare i fondali personali, spiegare se stessi per poi poter spiegare il resto, e il mondo intorno, dalle fragole alle nane rosse, che bruciano lontane in altre galassie.
Ci sarebbe una vita intera di cui parlare, dalla culla alla tomba e del sorriso che sorridere tra loro si può una volta sola; allora spiegami perché ogni volta che sento o non sento la tua voce (fa poca importanza nell'unidimensionalità della mia mente) non riesco ad aggrapparmi ad altro, se non al vento, alla brezza, il tuo respiro, e lasciarmi trasportare fino ai petali dei papaveri.

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