Cazzo! Perchè ad ogni tua singola parola, lettera, devo circunnavigare il mondo intero con le mie fantasie, le mie supposizioni e le mie congetture sbagliate e stratirate? E altrettanto porca di quella troia, perché devo continuamente parlare delle parole, e parole, tirarle sempre in ballo, quasi ne sentissi la mancanza e non le stessi neppure scrivendo, le parole, e parole, e parole, e opere ed omissioni (come alla messa delle undici, quando da bambino andavo a fare il chierichetto per avere mille lire e poi spenderle ai videogiochi nel bar prima di arrivare a casa - e quella volta che mia mamma venne a prendermi a ceffoni all'una e mezza, quando la messa era invece finita a mezzogiorno; o quando i ceffoni li prendevo perché con G. mangiavo tutto il pane che ero andato a prendere a piedi, e arrivato a casa avevo la bocca sporca di ovini kinder e solo un'etto di pane invece del mezzo chilo commissionato e pagato; oppure quando scappai per una sera di casa, e mi venne a cercare e trovare mio fratello, e mi sentivo una merda, un perfetto coglione, più di quanto non mi sarei sentito anni e anni dopo quando sarei tornato per la prima volta a casa ubriaco perso, e sempre mia madre ad aspettarmi sulla porta, alle tre o alle quattro, non ricordo, con le sue mani ruvide e pesanti). Sembra quasi non riesca a parlare d'altro, solo queste stupide parole che il più delle volte rimangono qui, sterili e inoperose.
Eppure ci sarebbero un sacco di cose di cui parlare e di cui sparlare. La politica: cazzo che paese di merda che siamo. Il tempo: non esistono più le mezze stagioni, e quando vuoi fare un complimento non ti rimane che aggrapparti al sole e sperare che non si nasconda dietro le nuvole, come invece puntualmente accade; e te rimani con questo complimento, neppure poi tanto bello o originale, arido tra le mani, mentre fuori piove. La situazione mondiale, l'economia a rotoli, il ponte sullo stretto, l'alta velocità, le centrali atomiche, la riforma della scuola, e l'alitalia, il governo in carica e quello caduto, le elezioni provinciali, regionali, comunali, le cellule staminali, il caso Cesare Battisti, Tondelli (anche se non c'entra un cazzo; perché Tondelli c'entra sempre e Camere Separate e Altri Libertini andrebbero letti di continuo, fatti studiare perfino alle superiori), il New Italian Epic e il suo contrario, la voglia di scandagliare i fondali personali, spiegare se stessi per poi poter spiegare il resto, e il mondo intorno, dalle fragole alle nane rosse, che bruciano lontane in altre galassie.
Ci sarebbe una vita intera di cui parlare, dalla culla alla tomba e del sorriso che sorridere tra loro si può una volta sola; allora spiegami perché ogni volta che sento o non sento la tua voce (fa poca importanza nell'unidimensionalità della mia mente) non riesco ad aggrapparmi ad altro, se non al vento, alla brezza, il tuo respiro, e lasciarmi trasportare fino ai petali dei papaveri.
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