Sono sdraiato sul letto, io, non certo il cappello, mai sui letti, e mi domando cose che forse farei meglio a non domandarmi: la guerra non è guerra, lo sai vero? Non dovrei pormi questi dubbi, perché sarebbe più giusto porli a te: una donna come lei. Invece continuiamo a comunicare attraverso paesi neutrali, e ci buttiamo nella Senna alle due di notte. E' buffo vedere come qualcosa di così semplice mi porti a pensare e progettare opere più grandi, primi piani e carrellate su volti e paesaggi. Mi pare di essere malato di qualche malattia particolare, molto rara e facilmente trasmettibile. Mi sento contagioso, pericoloso. Anche se tutti quanti attorno a me vestono sterilizzati e sicuri. Ti guardo la nuca, la sola parte di te, mentre parli con il dottore che mi ha in cura. Forse ti preoccupi per circostanza, per farmi vedere qualche persona nella stanza, scacciando così il vuoto che si porta appresso la solitudine.
La felicità si racconta male, perchè non ha parole, ma si consuma. E' inutile che mi affanni così tanto a costruire storie che non vanno da nessuna parte, che si annodano tra di loro, vuote, sconclusionate, prive di filo, senza asole in cui far passare i bottoni.
"Quali bottoni?"
Non scriverò mai romanzi d'amore in cui i personaggi saranno gli insetti. Forse perché non tengo in modo così particolare agli insetti. Più probabilmente stenderò tesi, o saggi, almanacchi, manuali di precisione: qualcosa per trovare la giusta collocazione alle figure con cui ci vestiamo. Personaggi come abiti, eleganti e mai banali. I nomi sono variabili che ci contengono, basta trovare un algoritmo adatto per capire sotto quale tipo siamo. Gli indirizzi per mandarci le cartoline, per tranquillizzarci e fidanzarci in tempo di guerra, anche se ci siamo visti solo una volta. Anche se poi morirò un giorno prima dell'armistizio. Perché forse sono solo io, non il mondo intero. Devo smetterla di credere, o di illudermi, che ogni persona pensi nel mio stesso modo, con sinapsi e collegamenti deviati, come binari persi o treni deragliati. La visione è soggettiva. Tu guardi un quadro, e vedi un albero. Io guardo una lettera, e vedo un film. Forse è da psicopatici volersi ostinare ancora a parlare attraverso libri, musica - che per tradurla la traduco male - pellicole, cellulosa, album di fotografie. Così facendo finiremo per bruciarci i vestiti, quando invece volevamo bruciare solo le bugie.
La prossima volta, prometto, non batterò ciglio, non mi agiterò, non cercherò di fermarti, quando saliremo in macchina e ci dirigeremo verso un ponte, sperando che sia spezzato a metà. So che andrà così, perché è l'unico modo in cui possa finire. Per questo sono calmo, sono sereno. Solo allora partiremo alla ricerca degli ultimi segni della civiltà. E aspetteremo le dieci e venti per baciarci, perché gli angeli passano sempre alle venti di ogni ora.
Giudizio: Dvd
- Cinema ==> Da vedere assolutamente, correre al cinema
- Dvd ==> Da vedere, ma si può aspettare il noleggio
- Tv ==> Niente di esaltante, se proprio si deve vedere aspettare il passaggio in tv
- Passeggiata ==> Perdibilissimo. Andate pure a fare una passeggiata.. anche sotto la pioggia
1 commento:
mah...a parte il fatto che quando si tratta di leggere una tua recensione è come guardare un film di lynch, t rendi conto di essere limitato, che poi sprofonda nella personale e inevitabile consapevolezza di nn capire un cazzo! GRAZIE. cmq t voglio bene, perchè fortunatamente nn scrivi i tuoi commenti tutti i giorni,così lasci che noi esseri limitati c deprimiamo a causa tua solo alcuni giorni, i restanti c pensiamo da soli!
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