Inizierò ad andare in giro con un taccuino, per prendere appunti di tutto quanto tu dici e di ogni cosa parliamo. Proverò a non farmi scappare neppure un discorso, neppure una virgola, e a ridisegnare le nostre conversazioni usando metodi sempre più strani, e diversi, e speciali. Cercando di far coincidere il contorno di ogni lettera con il tuo profilo o i tuoi lineamenti. Scriverò "labbra" tentando di fletterle come le tue danzano sulla tua bocca; scriverò "capelli" e li disegnerò sciolti, perchè li preferisco così e poi toccherò l'inchiosto sul foglio bianco, sul foglio pieno, in modo da poterli lisciare, da poterli pettinare con le dita; scriverò "denti" e li macchierò di rosso, come il sangue che mi farò succhiare, come il rossetto che ti piace mangiare.
Ti scriverò così, di descriverò in questo modo, ti decodificherò, ti destrutturizzerò; e non mi importerà nulla se a te non andrà, se non ti piacerà o se ti darà fastidio. Che possano cadere i muri, e crollare le città; tutte le alluvioni più famose e la ricerca dell'originalità; i nostri genitori angeli del fango, racchiusi in ricerche di bambini delle elementari e ricerche di studiosi del tempo e delle acque straripanti.
E inventerò una specie di batsegnale, anche se a te non piace questo genere di film. Mi truccherò la faccia e mi colorerò i capelli. Ascolterò la musica a tutto volume, spalancando le finestre di casa mia, indicandoti la via. E quando non ti vedrò arrivare, ogni due giorni mi affaccerò ad urlare tutto quello che ho scritto, tutti i miei appunti che poi sono le tue parole, i nostri discorsi. Griderò al vento per darti una strada e finirò la voce a forza di chiamarti. Urlerò tutto quello che mi hai detto, tutto quello che ti ho detto, tutto quello che non mi hai detto e che hai promesso un giorno o l'altro, prima o poi, mi dirai, ma non ora, non qui. Griderò con quanto fiato avrò in gola, con tutto l'ossigeno che riuscirò ad accumulare, che tanto lo so, spero di sbagliarmi, ma quelle cose non me le dirai mai, perchè se c'era un momento quel momento è passato ed io posso affannarmi quanto mi pare a ricostruirlo, a metterlo a posto come più o meno me lo ricordo, a ristrutturare ogni singolo momento che è poi trascorso dopo, abbellendolo e cercando di ricalcarlo su quel momento giusto; ma non sarà mai uguale a quello, non potrà mai essere identico a quello; perché ogni momento, con te, senza di te, è diverso e particolare e imprescindibile, ed inimitabile, anche se ogni volta mi metto a sedere e cerco in qualche modo di farmarlo, di bloccarlo nella memoria e nella pagina: ogni volta mi dimentico di qualcosa, mi perdo un tuo sguardo, un tuo sospiro, e il mio scarabocchiare incerto su fogli a quadretti, e sulle torte di mele che non mangeremo. Per questo inizierò a prendere appunti, a registrare ogni cosa, perchè so che tutto quello non riapparirà, e non voglio scordarmi cose di cui poi sono sicuro sentirò la mancanza. Fosse anche solo una virgola, o un silenzio tra una parola e l'altra; o un tuo singolo sorriso.
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