lunedì 24 giugno 2013
Come stare soli
Il cervello non è un album in cui i ricordi vengono immagazzinati separatamente come fotografie inalterabili. Un ricordo è , invece, come afferma lo psicologo Daniel L. Schachter, una “costellazione temporanea” di attività – un’eccitazione inevitabilmente approssimativa dei circuiti neuronali che collegano un insieme di immagini sensoriali e dati semantici per creare la sensazione momentanea di un ricordo unitario. Immagini e dati sono raramente appannaggio esclusivo di un unico ricordo.
È molto difficile vivere con una persona molto infelice quando sospetti di essere la causa principale di quell’infelicità.
Una delle principali caratteristiche della mente è la smania di costruire interi a partire da frammenti. Tutti quanti abbiamo un vero e proprio punto cieco nel campo visivo, nella zona in cui il nervo ottico si congiunge alla retina, ma il nostro cervello registra immancabilmente un mondo senza soluzioni di continuità. Cogliamo parte di una parola e ci sembra di sentirla per intero. Vediamo volti espressivi in una tappezzeria a disegni floreali; siamo sempre impegnati a riempire gli spazi vuoti.
Mio padre era un uomo profondamente riservato, e per lui essere riservati significava mantenere il contenuto vergognoso della propria vita intima lontano dagli sguardi della gente.
La privacy perde valore se non esiste qualcosa a cui contrapporla.
Se sei uno scrittore e nemmeno tu hai voglia di leggere, come puoi aspettarti che qualcun altro legga i tuoi libri?
Il romanziere ha sempre più cose da dire a lettori che hanno sempre meno tempo per leggerle: dove trovare l’energia per dialogare con una cultura in crisi quando la crisi consiste nell’impossibilità di dialogare con la cultura?
Immaginiamo che l’esistenza umana sia definita da un Dolore: il Dolore di non essere, ognuno di noi, il centro dell’universo; di avere desideri che saranno sempre più numerosi dei mezzi a nostra disposizione per soddisfarli. Se consideriamo la religione e l’arte come i metodi storicamente preferiti per venire a patti con questo Dolore, che ne è dell’arte quando i nostri sistemi tecnologici ed economici e persino le nostre religioni commercializzate sono ormai abbastanza sofisticati da collocare ognuno di noi al centro del proprio universo di scelte e gratificazioni?
Non sopporto l’idea che la narrativa seria ci faccia bene, perché non credo che esista una cura per tutte le cose sbagliate del mondo, e anche se lo credessi, che diritto avrei di offrire una cura, io che per primo mi sento ammalato?
Ciò che emerge come elemento comune a tutti non è la certezza che un romanzo possa cambiare qualcosa, ma la certezza che possa preservare qualcosa.
La morte è una rottura del legame fra l’io e il mondo, e dato che l’io non può immaginare di non esistere, forse ciò che rende davvero spaventosa la prospettiva di morire non è la scomparsa della coscienza ma la scomparsa del mondo.
Il valore di un’azione della Philip Morris aumentò con un coefficiente di 192 tra il 1966 e il 1989. Sano, ricco e saggio, l’uomo che nel ’64 smise di fumare e investi i soldi delle sigarette in azioni Philip Morris.
Se il lavoro dello scrittore si basa sulla creazione di personaggi complessi su un ampio sfondo sociale, come si fa a scrivere un romanzo se gli elementi sullo sfondo sono indistinguibili da quelli in primo piano?
Jonathan Franzen
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