si cade nei precipizi burroni crepe nel suolo dove non vi passa luce. si perde quel che si rischia di perdere e riacciuffato per i capelli lo si trascina al riposo al sicuro in un posto caldo dove potersi di nuovo stendere.
"Ma saremo mai al sicuro?"
non potremo mai guardarci le spalle con la stessa serenità che avevamo un tempo, quando ancora non pensavamo che tutto questo potesse succedere. non scorderemo la paura della prima mattina, o della sera inoltrata, quando gli occhi si sono fatti di ghiaccio e quasi ci cadevano le pupille, solidificate tutto ad un tratto dal terrore. mi sono sbucciato le palpebre nel cadere contro l'asfalto ruvido, così tanto da consumarle del tutto.
"Qual'è il contrario di essere ciechi? Quando si vede sempre anche non volendo."
ho promesso a me stesso, tessendo una promessa così intricata da perdersi nell'ago del filo della trama del tessuto che facevo nascere sotto le mie scarpe e i miei piedi; ho promesso che non sarebbe più accaduto, che avrei scacciato l'eventualità futura con fuoco fiamme e gas, così tanto da bruciare qualsiasi cosa sul nascere; ma la verità è che ci perdiamo sempre troppo in chiacchiere, questo è il vero problema.
"Ti va di parlare?"
"Vuoi sfogarti?"
"Un caffè..."
"Una birra..."
ciò che oggi ricordiamo domani sarà passato e dimenticato. è solo questione di tempo, e poi non servirà più nessun fossato o muro o campo minato; non saranno più le difese che ereggeremo a difenderci da tutto, ma saranno le difese che non ereggeremo a dare il benvenuto alle nostre paure.
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