ho steso gli abiti da respirare, quelli fatti e andati a male; gli orologi e i momenti, ne ho fatto un fascio e li ho spenti. così come il cielo fatto di cobalto, l'ho accartocciato ma non l'ho pianto. e le sirene come animali, distese in gabbia a sanguinare; gli uccelli chiusi in voliere, sempre più grandi, sempre più nere. i giorni i mari, tutti quanti interi, che a raccontarli ci metteremmo mesi. i fiori e l'erba, i doni e i papaveri; le bucce marce, le camminate stanche. gli occhi chiusi, gli occhi aperti; i sogni attesi, i sogni dispersi. passiamo le notti a cercarli, questi battiti di passi fatti bianchi. li ricordiamo solo a pezzi, le parti belle, le parti struggenti. e quando poi finiamo male, allacciamo le braccia al posto degli stivali. gridiamo al mondo guardando fuori, sputiamo in aria desideri e cuori. ci bruciamo mani, gambe peni e seni, sforzandoci di rimanere seri. ingoiamo merda, sangue, dolore e pene, convinti poi che lo facciamo in fondo per il nostro bene.
ho incontrato gente, persone stanche, che mi domandavano quanto fosse importante affilare i coltelli per accoltellare il tempo; quanto senso avesse perdersi nel mentre; se fosse più bella l'azione stessa, o invece la preparazione ad essa. le ho guardate fisse, dritte negli occhi. le avrei volute prendere per mano, farle fare un tour, accompagnarle lontano. lasciarci dietro pensieri e ombre, dirle che in fondo non so affatto quanto sia profondo questo mare, che nel fondale vivono animali strani e fatti male, sbrilluccianti al buio, luminosi quanto il sole intero. avrei voluto riuscire a dire tutto, spiegargli il bene, spigargli il brutto. saper rispondere ad ogni domanda, fare la figura di persona colta; quando invece il primo ad essere ignorante sono proprio io e mi ritrovo sempre qui davanti.
ho detto a tutti, a tutti quanti, di non pensarci, di andare avanti. che non importa quel che si crede importante, perché in fondo tutto non è altro che un diamante. un diamante bello, di gran valore; un diamante che scompone i colori in arcobaleno; ma se lo guardi bene, senza farti illudere o raggirare, si tratta pur sempre in fondo di una pietra qualsiasi attraversata dalla luce. quindi non fatevi domande, ho risposto loro, perché noi tutti quanti siamo dei bellissimi diamanti.
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