mercoledì 26 dicembre 2012

Contact

Rivedere Contact con un gruppo di amici è diverso dal rivedere Contact da solo. Ci sono le risate, ci sono i commenti, ci sono le pause che di solito non ti concederesti, ci sono pure le parole che superano le parole degli attori e ci sono anche le parole che anticipano le parole degli attori. Rivederlo è stato comunque un piacere. Vuoi perché la pellicola mostra una fantascienza matura capace di porre anche degli interessanti interrogativi, vuoi perché annovera come protagonisti degli attori all’apice della propria carriera: Jodie Foster post Silenzio degli innocenti e Matthew McConaughey quando ancora le aspettative nei suoi confronti erano relativamente alte.
Il film è invecchiato maluccio sotto l’aspetto visivo: se si esclude lo spettacolare viaggio finale, alcuni effetti speciali mostrano un po’ il fianco al tempo. Non è questo però che importa, in quanto già ai suoi tempi Zemeckis non aveva posto l’accento sul lato strabiliante della pellicola. È una storia da alcuni ritenuta lenta, soprattutto se si associa il genere fantascientifico a navicelle spaziali e azione in larga scala. Qui c’è una navicella spaziale ma è totalmente diversa dall’idea comune di navicella spaziale, almeno quella proposta in decenni di altri film di genere. In più il film è sul trovare, scovare, e costruire, non sul viaggiare. Il viaggio, per quanto bello, rappresenta solo una piccolissima. È come si arriva al viaggio a essere interessante. Alcuni quesiti, alcuni scambi di battute (tra tutte quelle tra i due protagonisti sulla terrazza durante la cena della casa bianca), alcune idee. Un film che è un mosaico di momenti e di immagini.
È stato bello vederlo la prima volta ed è stato bello rivederlo. Scommetto resterà sempre bello anche a rivederlo e rivederlo e rivederlo.

Nessun commento: