Secondo Seth Paulsen, che parlava di Patty un po’ troppo spesso per i gusti di sua moglie, i Berglund appartenevano a quella specie di progressisti con gravi problemi di coscienza, che dovevano perdonare tutti per farsi perdonare la propria fortuna; che non avevano il coraggio dei propri privilegi.
La maggior parte di quelle storie assumevano la forma di lamentele, e tuttavia nessuno dubitava che Patty adorasse Joey: si comportava un po’ come quelle donne che si lagnano della stronzaggine di un fidanzato bellissimo. Era come se andasse fiera di farsi calpestare il cuore da lui: come se la sua disponibilità a farsi calpestare fosse la cosa principale, forse l’unica, che volesse rendere nota al mondo.
Connie non costituiva una minaccia per una persona compiuta come Jessica. Connie invece non sapeva cosa fosse la completezza: era tutta profondità e niente superficie.
All’epoca era convinta che i complimenti personali diretti la mettessero così a disagio per via del suo altruistico spirito di squadra. Oggi l’autobiografa pensa che i complimenti fossero una specie di bevanda che Patti aveva l’inconscia saggezza di negarsi, proprio perché ne aveva una sete infinita.
Richard la squadrò con attenzione, pezzo per pezzo. Ogni volta che spostava gli occhi era come se inchiodasse un altro pezzo del suo corpo alla parete, al punto che, quando finì di squadrarla da capo a piedi, Patty si sentì completamente bidimensionale e appiccicata al muro.
Quanto alla storia di Babbo Natale: l’autobiografa non prova alcuna comprensione per i genitore che mentono, però ci sono bugie e bugie. Ci sono quelle che si dicono al protagonista di una festa a sorpresa, quelle che si dicono per divertimento, e poi ci sono quelle che servono a far sembrare stupido chi ci crede.
È curioso, ma il trucco – la trasfusione di fiducia tramite semplici parole – funziona.
“Tu sei l’unica cosa bella e vera della mia vita.”
“Non sono una cosa” disse Patty con sussiego.
La stanza degli ospiti era impregnata di un odore che Patty era troppo giovane per identificare come stucco per cartongesso, troppo giovane per trovarlo casalingo e confortante.
Davanti alla stazione degli autobus, sulla ciucciabenza di Gene impregnata di fumo, Patty gli gettò le braccia al collo, trattenne il respiro e provò a scoprire come baciava, e si accorse con piacere che lo faceva molto bene.
Walter la baciò, e baciarsi era molto meglio che litigare.
Non era la prima volta che Richard gli faceva lo scherzetto di sparire. Se voleva ancora essere suo amico, allora forse, per una volta, poteva disturbarsi a chiamare per primo.
Walter le provò tutte per appassionarla al sesso, tranne l’unica cosa che probabilmente avrebbe funzionato, e cioè smettere di provare ad appassionarla e prenderla da dietro sopra il tavolo della cucina. Ma se Walter si fosse comportato così non sarebbe stato Walter. Lui era quello che era, e voleva che Patty lo volesse per quello che era.
Dorothy, come Walter, aveva sempre pensato bene di lei, e Patty soffriva all’idea che neppure una persona dall’animo generoso come Dorothy facesse eccezione alla regola che tutti, in definitiva, muoiono soli.
La sera Walter aveva bisogno di trovarla sobria per poterle elencare le carenze morali del figlio, mentre Patty aveva bisogno di non essere sobria per non doverlo ascoltare. Non era alcolismo, era autodifesa.
C’è una pericolosa tristezza nei primi rumori delle attività mattutine altrui; sembra che il silenzio soffra, quando qualcuno lo rompe.
Se davvero odiava il sole, come dichiarava nella sua vecchia canzone, il Minnesota settentrionale in giugno doveva essere un posto faticoso per lui. Le giornate erano così lunghe che verso sera ci si stupiva che il sole non finisse il carburante. Non si spegneva mai.
Connie gli era sempre piaciuta molto. Sempre. E allora perché proprio adesso, in un momento così inopportuno, si sentiva trascinato, come per la prima volta, dalla titanica risacca di un sentimento più profondo?
Non poteva continuare ad aspettarsi un amore incondizionato se non si decideva mai a ricambiarlo.
Katz le sorrideva, divertilo dall’omogeneità con cui, nella sua persona unitaria e compatta, si combinavano e fondevano le personalità dei genitori.
La gente è venuta in questo paese per cercare soldi o libertà. Se non hai soldi, ti aggrappi ancora più rabbiosamente alle tue libertà.
Non era la persona che aveva creduto o che avrebbe scelto di essere, se fosse stato libero di scegliere, ma c’era qualcosa di consolante e liberatorio nel ritrovarsi un individuo concreto e definito, anziché una collezione di individui potenziali e contraddittori.
La personalità incline al sogno di una libertà senza limiti anche propensa, nel caso in cui il sogno si infranga, alla misantropia e alla rabbia.
Jonathan Franzen
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