Giunti al quinto capitolo della serie cinematografica tratta dal famoso videogioco, gli autori si dovevano inventare qualcosa per non andare incontro a una semplice riproposizione di uno dei mille scenari mostrati nei vari media. Così l’inizio di questo film, forse la cosa più particolare di tutta quanta la pellicola, risulta essere il punto di arrivo di un percorso creativo che però non si è evoluto. Mi spiego meglio: il giochino di ripartire da zero, prendendo il finale del precedente Resident Evil: Afterlife e non dargli un vero e proprio seguito pur facendolo vedere allo spettatore, in modo tale da tornare indietro, scelta suggerita anche dai titoli di testa, e poter riportare in vita personaggi ormai morti e sepolti (leggasi Michelle Rodriguez), funziona fino a un certo punto, ovvero quando l’inventiva degli autori sembra essersi piegata alla volontà splatter della produzione di proseguire su di una strada di sicuro successo battuta dalle storie precedenti.
Milla Jovovich ci mette di nuovo la faccia, e il fisico, e accipicchiola, ma nulla può di fronte a una storia che alla fin fine non è una vera e propria storia quanto piuttosto un riempitivo di vicende, dove lo stesso finale sarebbe potuto essere raggiunto con un minore dispendio di minuti ed effetti speciali senza sentirne davvero la mancanza. È la fuga da un centro di controllo dell’Umbrella Corporation, la malefica società artefice dell’apocalisse zombie che imperversa nel mondo, tutto quanto questo film può offrire al pubblico. Niente di più, calcolando che il tutto viene messo in scena senza grandi colpi di geni e che anche per i mostri è stata scelta la via del “rendiamo tutto più grande!”.
Non mi aspettavo niente di niente, ma cavolo, pensavo che fossero riusciti a fare almeno qualcosa di più di questo Resident Evil: Retribution. All’inizio, nel 2002 quando uscì il primo capitolo, doveva essere la linea guida da seguire per trasportare un videogioco sul grande schermo, ma se all’epoca un’affermazione del genere poteva essere vera il giochino (e non inteso il videogioco) è davvero invecchiato male.
L’unica cosa in cui questo film riesce bene, e non era certo facile, è riuscire a far rivalutare lo sparatutto Transformers 3.
Nessun commento:
Posta un commento