Ci sono tanti pensieri in testa. Se si taglia la calotta cranica, in modo orizzontale, all’altezza delle tempie, si può guardare dentro e vedere flussi di pensieri in costante movimento. Aprendo la testa come una scatola, riponendo il coperchio poi sul tavolo o su un mobile, il cervello apparirebbe così pulsante, quasi a voler simulare il battito del cuore. Una specie di gelosia tra organi: il cervello vuole sentimenti, il cuore vuole pensare.
I pensieri, le idee, i ragionamenti, si muovono in un ambiente ristretto e spingono contro le pareti per cercare più spazio, nel quale muoversi ancora e di più. Le emicranie sono punture fatte dall’interno con gomiti sporgenti che tentano di spostarsi da un punto all’altro senza creare confusione, o urtare qualcuno, senza riuscirci. I mal di testa sono pressioni costanti di una stanza troppo piena e troppo affollata, dove tutti vogliono entrare per avere a disposizione quel minimo di tempo utile per divertirsi, o anche solo vivere.
Poi ci sono i momenti di silenzio totale e innaturale immobilismo di chiunque, dentro e fuori. Allora ci si trova davanti con un cervello che è pieno e vuoto allo stesso tempo, dove tutti si sono presi una pausa e puoi vedere miliardi di pensieri fermi come non dovrebbero essere mai. Sono gli attimi durante il quale il cervello smette di volere imitare il cuore e si placa nei movimenti. L’unico modo che ha per farlo e cessare di pensare, mantenere la costante attività basilare, quella che permette ai polmoni di respirare, alle palpebre di sbattere: azioni di routine da eseguire senza neppure rendersene conto.
Mentre il cervello è in pausa, e i pensieri sono fermi, tutte quanti in attesa di un qualcosa che dovrebbe accadere ma che nessuno sa chi potrebbe farlo accadere, tu sei in piedi, davanti a una testa aperta di un individuo che non conosci e che, al momento, non parla. La stanza è illuminata solo da un ovale bianco che pare provenire proprio dal cranio aperto, quasi le idee fossero davvero delle lampadine che si illuminano quando prendono vita.
E allora capisci, per assurdo, seguendo tu un ragionamento tanto contorto quanto improbabile. Se il cervello è fermo, e le idee sono ritte in piedi ad aspettare un segnale, ognuna con in mano un bicchiere di birra o un cocktail da sorseggiare tra un discorso e un altro, come mai sono ancora tutte quante illuminate e forniscono la luce, non solo al loro padrone ma anche a te?
Pur senza muoversi il cervello pensa, e le idee sono ferme, ti guardano, come in attesa di una rivelazione; ma sono loro ad avere capito ancora prima di te: non c’è modo di fermarsi, e anche quando credi di essere perfettamente immobile, dentro di te si muove tutto.
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