Nel parlare di lei, però, si era scoperto una strana
tenerezza, come se si stesse rendendo conto, forse addirittura in quello stesso
momento, mentre procedeva nel suo racconto, che il sesso poteva essere ben più
misterioso del previsto, una partita di cui tutto sommato non si poteva
conoscere il punteggio, poiché non era un punteggio scritto in cifre.
Profane credeva alla metà di ciò che Paola diceva. La metà
soltanto, perché le donne sono solo la metà di una cosa che ha sempre due
aspetti.
Io sono solo un esperto in chirurgia plastica. Non sono uno
psicanalista. Forse un giorno esisterà un medico capace di fare la chirurgia
plastica anche al cervello, che riuscirà a fare di ogni ragazzino un Einstain,
di ogni bambina una Eleonora Roosvelt. O addirittura di rendere la gente meno
cattiva. Fino a quel momento, come faccio a sapere che cosa succede dentro una
persona?
La discussione era andata avanti per un po’, senza che
nessuno dei due si arrabbiasse realmente, e alle tre di notte era giunta l’inevitabile
conclusione – il letto – per cancellare con le carezze il mal di testa che era
venuto a entrambi. Niente di definitivo, niente era mai definitivo.
Stencil cominciò ad accorgersi che dormire richiedeva tempo,
un tempo che avrebbe potuto essere usato altrimenti, in modo più attivo.
In realtà, l’amore di cui Stencil era ancora capace ora si
ripiegava completamente su se stesso, verso questo suo sentirsi interiormente
vivo. Una volta scoperta questa nuova sensazione, Stencil riusciva a malapena a
lasciarla libera, tanto era preziosa. Per mantenerla in vita, doveva continuare
a inseguire V.; ma nel caso l’avesse trovata, quale poteva essere il passo
successivo, se non tornare nel suo vecchio stato di semincoscienza? Cercava
perciò di non pensare al momento in cui la sua ricerca sarebbe finita.
Avvicinarsi a lei e poi fuggire, ecco la sua tattica.
Non ti rendi conto che gli uomini rischiano di lasciarci la
pelle, per cercare di “capire” qualcuno?
Profane non ce l’aveva con lei. Cercò di comunicarglielo con
lo sguardo, ma chi poteva dire che cosa avvenisse in quegli occhi? Sembravano
assorbire tutta la luce della strada
Ogni tanto veniva preso da questo desiderio irrefrenabile di
essere crudele e allo stesso tempo di lasciarsi pervadere dal dispiacere, un
dispiacere talmente grande da uscirgli dagli occhi e dai buchi delle scarpe,
andando a raccogliersi in una grande pozza, su una strada dove si era
rovesciato di tutto, dalla birra al sangue, ma che aveva visto ben poca
compassione.
Fina aveva lo sguardo ardente. Si contorceva lenta e
sensuale nella vasca, il suo corpo fulvo fremeva tutto, pronto a risucchiarlo
come le sabbie mobili.
Fuori, il pomeriggio ripiegava su se stesso, avvolgendosi a
spirale, mosso appena da una leggera brezza.
In che razza di epoca viviamo, se un uomo diventa un nemico
solo quando ci dà la schiena?
Da tempo Stencil era ormai giunto alla conclusione che La
Situazione non aveva mai una sua realtà oggettiva: esisteva soltanto nella
mente di quelli che per caso vi si trovavano immersi, in un determinato
momento. Poiché la somma di queste diverse menti tendeva a formare un composto
più ibrido che omogeneo, La Situazione doveva necessariamente apparire al
singolo osservatore come un diagramma in quattro dimensioni, mentre il suo
occhio era abituato a vedere il mondo solo in tre dimensioni.
I diplomatici dicono sempre così. Vivono sempre sull’orlo di
un qualche baratro. Senza una crisi internazionale non sarebbero capaci di
dormire la notte.
Tu, da bambino, probabilmente avrai portato via un dono
simile da parte di tuo padre, senza renderti conto che era ancora prezioso per
lui tanto quanto lo era per te. Però quando gli inglesi parlano di “tramandare”
qualcosa di generazione in generazione, la cosa si ferma lì. Un figlio non
restituisce al padre niente di quel che ha ricevuto. Forse tutto questo è molto
triste e non è molto caritatevole, però è così da tempo immemorabile, e non
cambierà mai. L’atto di dare e di restituire può avvenire solo tra due persone
della stessa generazione.
I turisti vogliono solo carezzare la pelle di un posto, un
esploratore ne vuole conquistare il cuore. Forse è un po’ come essere
innamorati.
“Ci sono delle sere,” rifletté ad alta voce “quando sono da
solo, in cui penso che siamo come delle scimmie in un circo, delle scimmie che
imitano il comportamento degli uomini, prendendoli in giro. Forse è tutto
quanto una presa in giro, e tutto quello che possiamo dare agli uomini è una
presa in giro della libertà, della dignità. Però non può essere così.”
In quel momento, seduto su quella panchina dietro la
biblioteca, Profane era certo solo di una cosa: chiunque lavorava per
guadagnare soldi inanimati, per poi potersi comperare oggetti anch’essi
inanimati, doveva essere fuori di testa. I soldi inanimati servivano a
procurarsi calore animato: le unghie morte che affondavano nelle scapole vive,
i gemiti di piacere contro il cuscino, i capelli arruffati, le palpebre
socchiuse, le reni che si contorcevano…
Se i sogni sono solo il prodotto delle sensazioni registrate
durante la veglia, prima immagazzinate e poi rielaborate, allora un voyeur non può avere dei sogni suoi.
Be’, e l’anima che cos’è, in fondo, se non l’”idea” del
corpo, l’astrazione che si cela dietro la realtà: ciò che Esther era realmente
e che si rivelava ai sensi con certe imperfezioni, in carne e ossa.
Saprei spiegare che cos’è l’”amore”? saprei dirle che il mio
amore per lei rientra nello stesso tipo di amore che provo per gli addetti ai
Bofor, per i piloti degli Spitfire, per il nostro Governatore? Che si tratta di
un amore che abbraccia questa isola, un amore per tutto ciò che si muove su di
essa? In maltese non ci sono parole per esprimere tutto questo. Non esistono le
sfumature più sottili di significato, né le parole adatte a descrivere gli
stati d’animo. Lei non sa leggere le mie poesie, io non so tradurgliele.
Non toccarle, queste mura. Trasmettono un’esplosione a
miglia e miglia di distanza. La roccia sente tutto, e lo trasmette alle ossa, salendo
su per le dita, per il braccio e poi già attraverso la cassa toracica, le ossa
delle gambe, e poi di nuovo fuori, attraverso le ossa dei piedi. Il fatto che
questa vibrazione sia passata velocemente dentro di te è solo un caso, però è
come se fosse stato un avvertimento.
Tutto questo mentre stavano imparando l’unica lezione della
vita: che nella vita di un individuo accadono più incidenti di quanto un uomo
possa ammettere, se non vuole correre il rischio di impazzire.
Se vogliamo avere un umanesimo, dobbiamo prima essere
convinti della nostra umanità. Più ci spingiamo nella decadenza, più diventa
difficile.
È un peccato comune a chi è falsamente animato, a chi è
privo di fantasia, il non voler accettare una situazione tollerabile.
In questo silenzio non c’è tensione né inquietudine: è un
silenzio calmo, sicuro, il silenzio della noia, dei rituali ben noti.
Però in sogno ci sono due mondi: il mondo della strada e il
mondo sotto la strada. Uno è il regno della morte, l’altro è il regno della
vita. Come può un poeta vivere senza esplorare l’altro regno, sia pure solo
come una specie di turista? Un poeta si nutre di sogni. Se i convogli non
riescono a passare, di che cos’altro ci si può nutrire?
Perdere la fede è una faccenda complicata che richiede
tempo. Non ci sono “epifanie” o momenti della verità.
Viene da chiedersi se l’atteggiamento di noi adulti, reso
così disperatamente ingarbugliato dall’amore, dalle convenzioni sociali e dalla
metafisica, avrebbe funzionato meglio. Di sicuro, il modo di comportarsi dei
bambini rivelava molto più buon senso.
Il porto sfavillava al sole: salutavamo tutti quelli che
incontravamo, gli parlavamo o gli sorridevamo. I capelli di Elena catturavano i
raggi del sole nella loro rete vischiosa, le efelidi danzavano sulle sue
guance.
Triste sarebbe un aggettivo inadeguato. La luce non è
triste, o perlomeno non dovrebbe esserlo.
Le foglie degli alberi del parco hanno cominciato a sfregare
l’una contro l’altra, come le zampe delle locuste. Era accompagnamento musicale
più che sufficiente.
Dopo aver buttato fuori tutte le vecchie parole rimaste a
lungo indigeste, procedettero a riempire quella mansarda di urla inutili come
se volessero vomitare il tessuto vivo, quegli organi che non avevano il diritto
di essere da nessun’altra parte, se non dov’erano.
“È meglio non parlare di amore” disse rivolta al muro. “È
sempre pericoloso. Bisogna ingannarsi un po’ a vicenda.”
Il ritratto che dà delle sue donne è una natura morta
armoniosa e senza età, una descrizione dell’amore in uno dei suoi molti
estremi: V. sul pouf che guardava Melanie distesa sul letto; Melanie che si
guardava allo specchio; l’immagine riflessa che forse ogni tanto contemplava V.
Non c’era nessun movimento, ma solo un attrito minimo. Eppure rappresentava la
soluzione a uno dei paradossi più antichi dell’amore: una sovranità simultanea,
e allo stesso tempo una fusione.
Con sguardo triste, partecipò al suo dolore; che cos’altro
avrebbe potuto fare? Esprimere un giudizio morale? L’amore è sempre l’amore. Si
manifesta nelle dislocazioni più impensate. Quella povera donna ne era
devastata.
Supponiamo invece che il mondo, tra il 1859 e il 1919, abbia
contratto una malattia che nessuno si è premurato di diagnosticare, perché i
sintomi erano troppo vaghi, una malattia che si è mescolata ai fatti della
storia, i quali presi uno per uno non sono diversi da prima, ma tutti insieme
sono… fatali. È così che la gente considera l’ultima guerra: una malattia
nuova, rara, che adesso è stata curata e debellata per sempre.
“La vecchiaia è forse una malattia?” chiese Mehemet. “ Il
corpo rallenta, le macchine si logorano, i pianeti descrivono il loro cerchio
traballando, il sole e le stelle
bruciano piano come delle candele fumose. Perché dice che è una malattia? Solo
per ridurla a una dimensione più accettabile,
per poterla guardare, per sentirsi a suo agio?”
Mara viene sempre raffigurata alta, snella, il seno e il
ventre piccoli. Non importa quale sia la moda femminile prevalente, lei rimane
immutata. Il suo volto presenta sempre un naso leggermente arcuato, gli occhi
piccoli, distanti fra loro. Uno non si volterebbe certo a guardarla per strada.
Però, dopotutto, lei era solo maestra dell’amore. Sono gli alunni dell’amore ad
aver bisogno di essere belli.
Quando la libertà di criticare il governo viene sospesa per
quattro anni dallo stesso governo, era logico aspettarsi che il risentimento a
lungo represso sfociasse in un torrente impetuoso, anche se non per questo
necessariamente pericoloso.
Thomas Pynchon
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