Noi siamo infinito è quel genere di film che ti piace vedere e per cui vai al cinema scartando eventualmente altre pellicole come Zero Dark Thirty, e che non appena entri in sala pensi: o cazzo! Complice il fatto di essere andato a vederlo di sabato pomeriggio l’età media degli spettatori oscillava tra i 14 ai 16 anni, mentre il numero di spettatori maschili si poteva riassumere in: due (me compreso). Il richiamo è forse dovuto all’ambientazione del film stesso, nel quale si vanno a raccontare i problemi di un giovane ragazzo che deve affrontare il trauma dei primi periodi del liceo. Sarà solo un pretesto, perché non sarà quel trauma il vero problema del protagonista, ma ben altro. I primi giorni di scuola sono solo il mezzo con cui vengono introdotti i suoi migliori amici che si applicheranno in modo inconsapevole a sorreggere il suo mondo per evitargli un crollo. E proprio i suoi amici sono in qualche modo i protagonisti del film, quasi disarcionando il povero Logan Lerman dal proprio ruolo. Da una parte c’è la neo ex Harry Potter Hermione Grenger Emma Watson, per la quale il regista Chbosky (anche autore del romanzo da cui è tratto il film) ha un occhio di riguardo nelle inquadrature e nella gestione della storia (un occhio di riguardo neppure troppo nascosto sin dalla prima apparizione del personaggio di Sam) e dall’altra il bravo Erza Miller che insieme al precedente …E ora parliamo di Kevin si presenta prepotentemente nell’ambiente indipendente.
La storia si risolverà senza troppi colpi di scena, andando a raccontare uno spaccato di vita più o meno condiviso da parte di tutti i ragazzi durante il quale ci si sente incompresi e alienati. L’amicizia, prima, e l’amore, poi, saranno capaci di formare una buona ciambella di salvataggio alla quale aggrapparsi per non affogare. Ma cosa succede quando la ciambella ti viene sottratta dalle circostanze? Questo forse è diventare grandi.
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