martedì 5 maggio 2009

La fine di Alice

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tale è la natura del mio male, essere attratto da troppe cose. E sono atterrito e mi rattristo.

per quanto dolci, per quanto teneri, semplicemente non bastano.

Lì, ora, adesso, sta ancora il fragile, il morbido, il caldo che accende il cuore.

Non voglio vederla - sarebbe troppo, importerebbe troppi paragoni -, quanto piuttosto accecarmi, chiudere gli occhi e semplicemente toccarla.

Attenzione, contiene follia.

Temo che me la portino via prima che io possa conquistarla, prima che io riesca a indurla a credere che niente è più vicino al cuore delle cose, alla sua vera natura, di quello che c'è fra noi, e che un'estate trascorsa a fare la stagista in qualche studio di avvocato o a imparare il tedesco porterà alla fin fine ben poco nella sua vita, mentre un'estate passata a raccontarci le nostre bricconate la muterebbe per sempre.

Non mi lascerò più mettere in una posizione simile, quella di chi deve implorare. Loro non hanno idea di quanto siano importanti per noi, non si rendono conto del potere che gli concediamo, non capiscono che basta un gesto così banale per farle entrare nella nostra vita.

Ti avrei scritto da lì, ma non c'era niente da dire.

Votate per il cazzo grande, è calmo, è sicuro di sé, è il vincitore in tutto e per tutto. Lo sapete bene. Dal momento che non possiamo vederlo, però, dal momento che non siamo tutti una banda di fessi, vince sempre l'uccello più strimizzito. Perché? Perché il suo possessore lotta, perché deve compensare; compete perché per lui quella roba lì conta moltissimo.
La guerra è una sega collettiva.

E' facile spiare quando nessuno pensa che stai osservando.

il buonumore è una cosa assai fragile.

ci sorvegliano e allo stesso tempo ci ignorano.

"Sono o no il ragazzo più strano che conosci?"
Lei scuote la testa. "No, ma sei molto tenero."

"E scommetto che hai un buon sapore."

Sono cambiate tante cose e lei non se n'è nemmeno accorta.

Fermo, vibro, tremo e comincio a riempirmi di nuovo di sangue.

La pelle più morbida del mondo, non pelle ma una strana stoffa, una seta rara.

Alza le sopracciglia, che si arricciano formando due punti interrogativi perfetti.

"Una volta avevo un amico", dice con una voce che sembra di carta. "E' morto giovane."

Amy Michael Homes

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