giovedì 7 maggio 2009
Labbra
Mi vengono in mente le farfalle, - e il prato in cui corriamo, verde smeraldo in lieve pendenza, con erba alta. Mentre corri lontana ti volti a guardarmi. Sorridi vedendo la gonna blu scuro a fiori viola scuro aprirsi a ventaglio, come quando da bambina ti divertivi a trasformarti in ballerina. La maglia nera con maniche a tre quarti, solo questo, sulla tua pelle chiara. I capelli ti frustano delicati la faccia, battendo sulla bocca, coprendoti gli occhi, per un istante. Ridi. Mi aspetti. Cammino verso di te. - anche se so che difficilmente ti si addicono. Sono delle vesti che non credo porti. Ma le vedo in bianco e nero, non colorate. Così sono più affini, dico tra me. Allora le ali ti si posano sui capelli, loro grigie chiare e tu scura. Fermagli vivi che donano un non so che di speciale, qualcosa di strano, affascinate - no: il tuo volto - fotogrammi in movimento su una foto scattata anni fa. Come una statua, immobile, tu stai: le parti illuminate sono avorio, venato da piccoli fiumi di petrolio, con una piccola isola felice; l'ombra invece è tutto il resto, ciò che resta dietro il sipario, e si macchia di nero: tatuaggi senza fine. Come fanno due labbra a guardarmi? Le tue.
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