C'è questa ragazza che ti somiglia in modo impressionante. Ha i tuoi stessi lineamenti, arrotondati e leggeri. Il naso, la bocca, pure i capelli, anche se li porta più lunghi di te: sembra la tua copia al femminile, nonostante l'assenza lunga dagli occhi miei, dagli occhi tuoi; dato che non ci vediamo da così tanto tempo e così tanti chilomtri, il mio ricordo potrebbe essere offuscato da ciò che vorrei ricordare e da come desidererei ricordarlo. Si perde talmente tando indietro, l'ultima volta che ci siamo incrociati, per caso, davanti a casa mia e ad un passo da casa tua, proprio dove prima eravamo soliti incontrarci. Eri in macchina mentre io camminavo a piedi. Ti fermasti rischiando di fermare tutto il traffico, ma tanto di macchine, nella nostra via, non ne sono mai passate tante. Ricordi quando un pomeriggio, d'estate, proprio all'inizio della festa di paese, i poliziotti avevano preparato le transenne per la sera, per bloccare il traffico a due isolati di distanza dal nostro, e noi per giocare indisturbati a pallone in strada nel pomeriggio eravamo andati a rubare la transenna con il divieto di accesso attaccato nel mezzo e l'avevamo piantata proprio a bordo del nostro campo di asfalto: il tuo cancello come porta e la ringhiera bianca di una casa enorme a fare l'altra. Oppure quando giocavamo a baseball, trasformando il piccolo parcheggio davanti casa tua in un diamante, e sparavamo queste palle dure e pesanti sull'abete enorme di questa casa grande. Ci arrampicavamo sui rami robusti per riprenderle, le palle, stando attenti a non farsi vedere, a non farsi scoprire, perché come colpivamo la palla verso l'albero così avremmo potuto rompere una finestra.
Questa ragazza mi ricorda quei periodi della nostra infanzia: quell'estate da bambini quando partisti per le vacanze e ci scambiammo una foto l'uno dell'altro, per sentir meno la mancanza. Ha gli occhi bianchi, così bianchi, questa ragazza, da sembrare l'unica cosa pulita in tutta la stanza. Le labbra sono curate, precise: due linee non troppo carnose, non troppo sottili, due linee un po' più rosa. Curate sono pure le sopracciglia, leggermente più folte di quelle che si vedono in giro ma che seguono perfette la curvatura dell'orbita. Indossa un giacchetto di pelle, attillato come quelli dei motociclisti, ma non credo abbia mai posseduto una moto. E' pallida, chiara in volto, così tanto che sulle tempie si possono vedere senza difficoltà le vene blu scuro che trasportano il sangue con l'anidride carbonica. Le palpebre, la parte più sottile della pelle, è rosata non so se per un eventuale filo di trucco o per il passaggio dei capillari. Forse somiglia di più a tuo fratello, a tuo fratello quando era piccolo. Ti ricordi quel pomeriggio, quando eravamo sotto casa tua e lo vedemmo arrivare con una mano a coprirsi la bocca? Non voleva farsi vedere dal naso in giù e non c'era verso fargli togliere quella specie di maschera dalla faccia, sembrava saldata. Quella volta che dopo tentativi infiniti riuscimmo a convincerlo a farci vedere cosa aveva sotto, promettendegli che non lo avremmo detto a nessuno e scoprimmo un fiume di sangue scorrergli in piena dalle narici fin sotto il mento. Era così tanto, così abbondante, così copioso, che non riuscivamo a capire se ci fosse una ferita, da dove uscisse tutto quel rosso, se dal naso dalla bocca o da qualche altra parte. Lei non si nasconde, tiene la faccia al sole, muove quegli occhi grandi e a volte li tiene fissi su qualcosa, attenta, concentrata. Mi mette un poco in soggezione anche se è, sembra, più piccola di me. Sarà che io mi sento straniero, mentre lei è indigena: si muove con sicurezza, tranquilla, gesti fluidi; io invece sono sempre titubante, mi muovo a scatti, con lo sguardo cerco sempre di aggrapparmi a qualcosa. Siamo così diversi, in questi atteggiamenti, ed è strano, davvero strano, perché in fin dei conti ci somigliamo assai, o vorrei somigliarle: ha i miei pollici, le stesse unghie, solo un poco più lunghe.
2 commenti:
La ringrazio per Blog intiresny
Si, probabilmente lo e
Posta un commento