mercoledì 23 maggio 2012

Il gatto con gli stivali

Sono lontani i tempi del primo Shrek ed è anche vero che l’esordio dell’orco verde è pure invecchiato un po’ male. Rivederlo adesso non fa lo stesso effetto di quando usci. All’epoca era irriverente, diverso da tutti gli altri cartoni animati di nuova generazione. Alla fine ha dettato scuola e si è perso tra il mare di altre produzioni a volte anche più cattive del capostipite. Cosa aspettarsi quindi da uno spin-off dedicato al personaggio del gatto con gli stivali apparso nel secondo episodio? Le possibili strade che gli autori potevano percorrere con questa pellicola erano essenzialmente tre, ovvero: cercare di fare un nuovo Shrek, magari adattandone lo stile al tempo; fare un nuovo Shrek senza adattarlo al tempo, quindi creare un prodotto già datato in partenza; oppure fare un cartone animato più classico, senza cercare di inventare niente di nuovo. La scelta è ricaduta su quest’ultima opzione e Il gatto con gli stivali fila via senza nessuna particolare emozione, seguendo una storia senza alti né bassi, dove si scoprono le origini del gatto ma che oltre a questo ha ben poco da offrire. Divertenti un paio di scene che prendono in giro la natura felina di alcuni personaggi, ma nulla di più.

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