lunedì 16 luglio 2012

Stati di grazia

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Rochelle ignorava con stile; lo faceva con un brio e una giovialità che molte persone non mostrano neanche durante un rapporto sessuale completo.

Daniel intrecciava e reintrecciava le dita sotto un ginocchio, impotente, mentre dalla bocca gli uscivano frasi sottili con cui la sua espressione facciale era in palese disaccordo.

Di lì a una mezz’oretta le avrebbe leccato i polsi e succhiato i lobi delle orecchie e poi con estrema sistematicità l’avrebbe smontata pezzo a pezzo, le avrebbe tirato fuori il ritmo che desiderava e poi l’avrebbe scagliata di nuovo nel sonno. Mentre lui era impegnato a portare a termine questo ripasso generale del corpo di Suzanne, per il piacere di entrambi, lei lo avrebbe abbracciato e si sarebbe sorpresa per l’ennesima volta dell’intensità del suo stesso trasporto verso un uomo il cui comportamento era poco più che meccanico. Poi, a un certo punto, uno dei controlli tecnici di Ben l’avrebbe fatta inarcare e protendersi contro il suo corpo stranamente poco attraente, come risposta al dolore che lui le aveva installato dentro con tanta precisione e che ululava adagio tra la gola e quello spazietto comodissimo e bagnato che bene si era ritagliato per sé all’interno del suo corpo.

La sentiva vicina, vicina quasi da affogarci dentro.

Oggi come oggi mi capita casomai di fare incontri istruttivi. Il che vuol dire che le cose possono anche andar male, ma in quel caso approfitto dell’occasione per imparare.

Dimmi: hai mai pensato che se trovi una persona interessante tanto da roderti l’animo allora significa che in qualche modo tu e questa persona siete simili?

Il passato di Kovacks era troppo diverso dal suo presente per sembrare davvero possibile.

Si trovava nell’universo delle statistiche che degli sconosciuti avevano costruito perché fosse più ordinato e solido di quello reale in cui vivevano.

“Con lui sei eccezionale.”
“Faccio schifo.”
“No, tu pensi di fare schifo, e quindi sei bravo.”

Attorno a me tutto stava cambiando e attendeva che cambiassi anch’io.

Voglio essere appassionato per lei, pieno di immaginazione e libero, ma non so come. Voglio amarla tanto da sentirlo e crederci e allo stesso tempo essere sempre delicato, e non so mai come farlo nel modo giusto. Ci sono sere in cui riesco solo a guardarla. Anzi no. Un po’ più che guardarla.

Avere opinioni contrarie significa esprimere a parole le cose in cui già sai di credere. Il tuo avversario fa lo stesso, ed entrambi, inevitabilmente, non fate altro che rafforzare le rispettive posizioni di disaccordo.

Si concedeva il permesso di tradire quanto aveva perso smettendo di desiderarlo.

La gente non si sente male in continuazione. Non sempre. Semplicemente, non si preoccupa di verificare con accuratezza come si stente. Quando non pensiamo a come ci sentiamo in realtà avvertiamo un po’ di sollievo. Ma non ci facciamo caso, non ce lo ricordiamo, perché succede quando non siamo coscienti di noi stessi.

La gente torna a casa spessissimo, è una cosa che la gente ama fare, perché la casa è una sensazione confortevole e non soltanto un posto dove si vive da un po’ di tempo.

A. L. Kennedy

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