lunedì 15 ottobre 2012

Verso occidente l'impero dirige il suo corso

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Per farla breve, alla fine cominciarono a frequentarsi, più o meno in virtù di qualcosa che lei aveva scritto e di qualcosa che lui non aveva detto. Cominciarono soltanto a frequentarsi, in quel territorio crepuscolare che sta fra l’essere solo amici e quello che, qualunque cosa sia, non è amicizia.

Subito prima dell’alba tutte le cose sono percorse da un bruciore particolare.

La Casa Stregata n. 1, come tutte le singole sedi della catena previste e programmate su scala nazionale, è, in realtà, una semplice discoteca. Un posto dove si va a sciacquarsi il gargarozzo, un mercato della carne, un luogo di raccolta in cui i riflettori ci dicono dove e come dimenare il culetto a ritmo di musica. Un grande festeggiamento anarchico in un luogo circoscritto: una Festa; dove, secondo le regole della Festa, ci riuniamo e fingiamo con risoluta caparbietà puritana di divertirci molto ma molto di più di quanto chiunque si possa mai divertire.

Il soggetto di un racconto è ciò di cui parla; l’oggetto di un racconto, il suo obbiettivo, è la direzione in cui sta andando.

È infelice, ma è l’infelicità relativamente lucida e agevole di chi è almeno abbastanza sicuro del motivo per cui è infelice, e sa che cosa maledire da qui all’eternità.

Insomma le cose vanno a rilento, e come voi, anche loro hanno l’irritante sospetto che il momento della reale soddisfazione, qualunque essa sia, sia ancora molto, molto di là da venire, ed è una cosa frustante.

Il professor Ambrose in persona disse a Mark Nechtr che il problema dei giovani, a partire da un certo momento degli anni Sessanta, è che tendono a vivere troppo intensamente all’interno del proprio momento sociale, e quindi a vedere tutto l’esistenza dopo i trent’anni o già di lì come una fase in un certo senso postcoitale. È allora che si rilassano, si mettono comodi, come animali tristi, a fare da spettatori: e imparano, come Ambrose stesso disse di aver imparato dalla sua dura esperienza artistica e accademica, che la vita, invece di essere un film vietato ai minori di diciotto anni, o anche solo ai minori di quattordici, in realtà il più delle volte non arrivava nemmeno a essere distribuita nelle sale. Tende a essere troppo lenta.

In media, chi soffre di una qualche deformità ha con gli specchi un rapporto di amore-odio: ha bisogno di vedere come procedono le cose, ma insieme odia il fatto che stiano procedendo.

Ambrose spiega al nostro seminario di specializzandi che la gente legge i romanzi e i racconti nel modo in cui i parenti dei rapiti ascoltano la voce dell’ostaggio che parla nel telefono tenuto in mano dal rapinatore: facendo attenzione, certo, a ciò che la vittima dice, ma attaccandosi nella maniera più assoluta all’altezza, al tremolio e alla tonalità delle parole che vengono dette, leggendo fra le righe di un codice nato dall’intimità alla ricerca di indizi sulle sue condizioni, il luogo in cui si trova, le sue prospettive, la probabilità che torni sano e salvo.

Lo fa sentire speciale, è vero. Ma essere speciali non è molto lontano dall’essere Soli.

Nella macchina rumorosa è sceso il genere di silenzio che precede una domanda fatta tanto per parlare. Le conversazioni tra adulti e ragazzi tendono a essere intensamente punteggiate da questi silenzi. Poi, gli adulti fanno domande sui progetti presenti e futuri.

Ci vorrebbe un architetto capace di odiare abbastanza da appassionarsi abbastanza da amare abbastanza per commettere quel tipo particolare di crudeltà che solo un vero innamorato sa infliggere.

Trasformi la tua più grande paura nel tuo unico vero desiderio?

Dividere questa faccenda della letteratura in realismo, naturalismo, surrealismo, letteratura moderna e postmoderna, nuovo realismo e metafiction, è come dividere la storia in storia cosmica, tragica, profetica e apocalittica.

Cercare di digerire la paura per trasformarla in desiderio significa andare all’incontrario. La paura e il desiderio sono già sposati. E senza nessuna costrizione. Trafitti a vicenda fin da prima dell’era cristiana. Ciò che ti ha spinto a muoverti è sempre stata ciò di cui hai paura. E la direzione in cui ti muovi è sempre stata quella del tuo vero fine, del Desiderio.

Ciò che ti libera, anche oggi stesso, è ciò che desideri di desiderare. È ciò a cui dai valore. E ciò a cui dai valore è sposato a quelle certe cose che non si fanno e basta. Ed ecco un luogo comune che si è giustamente guadagnato il suo status di luogo comune: essere libero o prigioniero dipende solo e soltanto da ciò che desideri. Ciò che hai importa più o meno quanto il colore del tuo cielo. O delle tue sbarre.

“Come fa a saperlo?”
“Perché è la verità, Mark. Chiunque lo voglia davvero sa la verità. È solo che la maggior parte della gente non vuole saperla. Significa ascoltare ciò che viene dal profondo. La maggior parte della gente non vuole farlo. Ma le persone speciali ascoltano. La verità la senti, dentro di te. Ascolta. La senti sempre. Nella pioggia. Nelle frequenze morte fra una stazione e l’altra. Nel sussurro magnetico del nastro subito prima che cominci la musica. E nel suono che ti crea nelle orecchie il silenzio assoluto e completo: quel tintinnio luccicante, come un carillon in alto nel cielo.

Lo hanno aiutato nel suo cammino, un cammino non tanto verso “l’età adulta” quanto, molto più semplicemente, verso la vita nel mondo degli adulti.

David Foster Wallace

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