lunedì 20 aprile 2015

Il ponte sulla Drina

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Nulla unisce le creature quanto la sventura affrontata insieme e felicemente.

L’oblio cura ogni male, e il canto è il modo migliore per dimenticare, poiché, quando canta, l’uomo ricorda solo quel che gli piace.

Spesso si pensa di sentire quello che si teme o si spera.

Coloro che detengono il potere, infatti, dovendo opprimere per governare, sono condannati ad agire sensatamente; e se, trascinati dalla passione o costretti dagli avversari, oltrepassano i limiti della ragionevolezza, scendono su una strada lubrica e, con ciò stesso, da soli segnano l’inizio della loro rovina. Coloro che sono oppressi e sfruttati, invece, si servono facilmente sia del senno che della stoltezza, poiché questi sono soltanto due diversi tipi della loro arma nella perenne lotta contro l’oppressione, che a volte è subdola, a volte aperta.

Tutti gli eserciti del mondo erigono, per i loro particolari scopi e per le loro temporanee esigenze, edifici che poi, guardati dal punto di vista della vita borghese e delle necessità del tempo di pace, appaiono assurdi e insensati.

Ma le miserie non durano in eterno (in ciò sono simili alle gioie), trascorrono o almeno si trasformano, e si perdono nell’oblio.

I tempi difficili, infatti, non possono trascorrere senza che qualcuno ne soffra.

La sventura degli uomini sventurati consiste proprio in questo, che per loro le cose solitamente impossibili e vietate divengono, o almeno sembrano per un attimo, accessibili e facili; ma quando hanno preso stabile dimora nei loro desideri, appaiono nuovamente quelle che sono in realtà: irraggiungibili e proibite, con tutte le conseguenze che ciò comporta per coloro che, malgrado tutto, le ambiscono.

Appariva sempre più chiaramente che i guadagni e la vita facile avevano pure il loro rovescio, e che il denaro, e colui che lo possedeva, altro non era se non la posta di un grande e stravagante giuoco di cui nessuno conosceva tute le regole ne era in gradi di prevedere l’esito.

Se devi andare all’inferno, è meglio che tu vada piano.

Zorka, che è stata zitta per tutta la sera, tace ancora, come solo le donne sanno fare, quando sbrogliano le proprie preoccupazioni amorose che sono per loro più importanti e impellenti di qualsiasi altra cosa al mondo.

Ivo Andrić

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