lunedì 11 maggio 2015

Versioni di me

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I ricordi accettano fin troppo facilmente la corruzione dei rimpianti.

Ho sempre creduto che se non eri bravo, che diritto avevi a fare arte?

Era attraente in un modo che pareva incompiuto.

Tutti gli errori portano a errori ulteriori: non possiamo fare altro che offrire resoconti plausibili e consequenziali.

Anche lo scherzo più stupido può diventare esilarante se ripetuto con sufficiente puntiglio.

La memoria non risiede nelle date.
La memoria risiede in ciò che noti, ciò che senti, ciò che ti resta impigliato in mente.

Le persone investono eventi esterni qualunque del peso spirituale della propria vita emotiva in modo da provare certe emozioni senza nemmeno doverle comprendere.

In qualche modo, mentre crescevamo, il nostro diritto liberato e irresistibile alla spensieratezza ci era sfuggito di mano.

Nessuno dei due voleva parlare della nostra litigata- è che le nostre litigate consistevano nel mio incazzarmi per qualcosa e nel suo tentativo di placarmi fino a sgonfiare la cosa.

Siamo tutti bravissimi a fingere di essere una famiglia normale, e in qualche modo la nostra finzione collettiva è una gran parte di ciò che ci fa sentire una famiglia. È un autoinganno volontario. O forse a se stessi si può mentire, è un autoinganno, ma se un inganno comprende diverse persone, se condividiamo tutti l’illusione, non è un autoinganno, no? È una famiglia.

Dana Spiotta

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