lunedì 19 marzo 2012

Geometria notturna

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La voce vicinissima, le parole quasi lo toccavano.

Io sono la cosa più importante della mia vita. Sono centrale in qualsiasi cosa faccia e le persone che amo e a cui voglio bene sono fondamentali per la mia esistenza, molto più degli uomini di stato, i giocatori di biliardo, o le persone che hanno una nomination al premio Oscar

Guardai a lungo prima di riuscire a riconoscermi: pallida e flaccida, con le spalle curve, i capelli umidicci e le vene varicose che piano piano mi disegnavano una cartina geografica sulle gambe.

C’è solo una cosa che desidero più della prova di essere esistita, ed è la prova di esistere mentre ancora ci sono. Non essendo una sciatrice olimpica, né l’ospite di un talk show, non vedrò esaudito il mio desiderio. Ci sono troppe persone vive oggi per poterle notare tutte.

È l’inizio di una sera azzannata dal gelo.

A quel tempo Elmer era spesso via. Per lavoro. E mia madre modellava le giornate attorno alla sua assenza.

È lo stesso nel campo del crimine, specialmente quando si tratta di omicidi. La gente entra in una linea di coincidenze e le segue fino alla fine. La predestinazione ha un ruolo non secondario. Sono troppe le possibilità che si susseguono come tessere del domino: il momento sbagliato, il posto sbagliato, la finestra aperta, una conoscenza sfortunata, un eccesso di fiducia e improvvisamente ecco che queste persone si ritrovano a metà strada verso l’imprevisto e diventano silenzio.

Alla gente piace leggere di omicidi, ci trova qualcosa di consolatorio. Le piazzi davanti i fatti, in modo garbato ma schietto, e così piano piano liberi la morte dalla paura e dal mistero. Le mostri un problema e come lo risolvi. È facile.

Pensavo che quella di Annie fosse una bella idea. Si erano appena laureati e si erano accorti che la loro vita aveva preso la forma che conoscevano. Non c’era nient’altro da imparare, o almeno non c’era modo di dimostrare quello che avevi imparato. Per il momento non avevano idea di come fare. Cominciarono a mandare curriculum per lavori che non riuscivano a immaginare e a preoccuparsi per lo scoperto in banca. Così era stata un’ida sensata quella di trovare un appartamento insieme, tutti e tre, per dividere le spese e tenersi compagnia se avevano bisogno di fare due chiacchiere. Avevano paura, sentivano il futuro che si avvicinava.

Il film farebbe vedere com’è facile essere infedeli a un uomo troppo occupato e com’è facile volere qualcosa di bello.

Poi pensai, prima di chiudere la porta quando uscì, che oltre quel punto non potevamo andare. Non mi avrebbe mai sposato. Non sarebbe mai diventato veramente mio marito, anche se io non posso essere altro che sua moglie. Gli diedi un bacio, gli strinsi la sciarpa al collo e per la prima volta capii che non c’era speranza. Ci stavamo consumando a vicenda. Per tutto quel tempo c’eravamo consumati. Non c’eravamo quasi più. Speravo che se ne andasse in fretta perché non gli piaceva vedermi piangere e poi uscii di corsa e gli diedi una spinta. Ma cercai senz’altro di afferrargli una mano.

Le dispiacque quando lui se ne andò, ma provò anche un po’ di sollievo, quindi evidentemente se n’era andato al momento giusto.

Quando tornò a casa, Bobby le disse che era abbronzata. Non era vero. Eppure, quando se lo ritrovò davanti pensò che non poteva non notare qualche cambiamento. Era come stare davanti a suo padre il giorno dopo che un ragazzo di nome White le aveva infilato un amano sotto la gonna. Era sicura che la sua faccia avesse cambiato forma. Che il cambiamento interiore in qualche modo si vedesse anche all’esterno.

Non si va all’inferno perché si è felici.

A. L. Kennedy

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