Le parole sono un'invenzione dell'Uomo. Una delle migliori; una delle più riuscite.
Oggi mi sono svegliato così, e non me ne frega niente della ruota, o del fuoco, o di qualche altra stronzata del genere. Per me oggi le parole sono le cose più importanti che l'Uomo si riuscito ad inventare.
Come tutte le grandi invenzioni sono nate per caso, in circostanze fortunose, e poi si sono evolute. Prima un grugnito, solitario; poi una serie di suoni gutturali scambiati in una grotta buia. Fino ad arrivare ad un'unione cronenberghiana, dove le parole nascono come spore lungo la trachea e risalgano fino alla bocca, per poi uscirne legamentose e trattenute da cordoni ombelicali non visibili verso l'aria, ed il mondo: laddove cadono o rimbalzano, fino a trovare una loro propria collocazione, o venir accolte nelle orecchie di qualcuno, e lì sussurrare con un filo di voce tutto quanto hanno da dire.
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