mercoledì 27 agosto 2008

Io e Phelps

Di solito l'estate mi ha sempre portato a dimagrire, ma quest'anno complice qualche acciacco che preferivo tenere a bada, il fatto di non essere andato praticamente da nessuna parte, e l'attività fisica limitata alla breve passeggiata che da camera mia porta al bagno, devo purtroppo ammettere a me stesso di aver preso qualche chilo.
Lo dico perchè in fondo non sono solo "qualche chilo" ma forse sono anche qualcosa di più, e tutte le volte che lo dico in pubblico gli altri mi guardano con sguardo un po' perplesso e mi domandano cosa diavolo stia dicendo: te stai proprio bene, se te sei grasso gli altri cosa dovebbero dire?
Beh, non so cosa dovrebbero dire gli altri ma io mi vedo e mi sento e non posso starmene zitto. Sarà che sono sempre stato molto magro e ora sentirmi un po' di ciccia addosso mi mette in difficoltà (non tanto per l'aspetto estetico, di quello in fondo me ne frega un'emerita..., quanto piuttosto per l'attività fisica). I due anni passati più o meno a non fare niente a livello calcistico cominciano a farsi sentire. Può sembrare una cretinata, perchè in fondo in questo ultimo periodo non facevo altro che due allenamenti la settimana più la partita, e spesso anche io ammettevo che durante gli allenamenti a volte facevamo poco o nulla; ma anche i semplici movimenti, il corricchiare, anche il solo voltarsi da una parte per vedere dove va la palla, devo dire che qualcosa facevano.
Durante le recenti olimpiadi (magari un giorno se avrò mai tempo e voglia scriverò qualcosa su ciò che mi è piaciuto e ciò che invece non mi è piaciuto) i riflettori sono stati puntati inizialmente tutti su un unico atleta: Phelps. Un grande nuotatore, non si può dire altro di un ragazzo che riesce a vincere otto medaglie d'oro durante una stessa olimpiade; ma poi, visto che i giornalisti e i media in generale non riescono mai a fermarsi ai meriti prettamente sportivi, tutti sono andati ad indagare sempre più a fondo, perchè alla fine qualche cosa sui giornali e nei servizi televisivi si deve pur scrivere e dire. Premetto che non sono stati così malvagi, in quanto bene o male sono pur sempre rimasti in ambiti sportivi: di Phelps non sono andati a scavare nella vita privata e sentimentale, come invece hanno fatto per la Pellegrini (che tra l'altro mi ha anche un po' scassato, perchè lei a dire la verità ci mette molto del suo visto che ogni cinque parole tira fuori due occhi a cuoricino da far crepare all'istante un diabetico, e ogni due frasi non riesce a non dire qualcosa riguardo la sua relazione amorosa), si sono limitati a raccontare un po' la sua adolescenza, ma proprio brevemente, e poi si sono concentrati sulla sua alimentazione.
Non posso dire niente, perchè l'alimentazione quasi al pari degli allenamenti può anche suggerire come faccia a fare certe prestazioni. Quello che però mi ha impressionato è quanto diavolo mangi questo ragazzo qui. Cavolo! Ogni mattina fa una colazione che io forse farei fatica a finire anche a pranzo. Non mi ricordo tutto per filo e per segno, ma tra le altre cose si pappa anche una fritta fatta con cinque uova. Ed è solo la colazione, poi c'è da aggiungere pranzo e cena.
Molti hanno giustamente detto che riesce a sopportare questa dieta per la vita che sta facendo attualmente (nei suoi allenamenti tra le altre cose ci sono 5 chilometri in bicicletta e 20 chilometri da fare in vasca, ogni giorno), ma che poi ne subirà le conseguenze non appena deciderà di ritirarsi; basti vedere oggi come è Thorpe, che non è grasso ma un po' cicciottello rispetto a prima lo è diventato.
Tutto questo enorme preambolo semplicemente per dire che forse a me è successo ciò che accadrà a Phelps. In due tappe: prima sono passato dalla vita frenetica che facevo alle superiori (andavo a scuola, tornavo a casa e senza mangiare prendevo il treno per Firenze, facevo l'allenamento [quattro volte la settimana], poi riprendevo il treno e tornavo a casa praticamente a sera) alla vita tranquilla post-maturita (non facevo nulla tutto il giorno e avevo tre allenamenti la settimana la sera dopo cena): e già qui una bella festa all'ingrasso ci fu; poi sono passato dalla vita lavorativa (dieci ore alla scrivania, e due allenamenti settimanali la sera dopo cena) alla vita da quasi pensionato (sempre dieci ore alla scrivania, e due allenamenti settimanali la sera dopo cena che però mi limitavo a guardare da bordo campo).
Le mie abitudini alimentari non sono cambiate di una virgola, più o meno. Il problema quindi non è che ho iniziato a mangiare come un maiale: ho sempre mangiato come un maiale.

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