giovedì 5 agosto 2010

Singolare e plurale

dici di non riuscire a capire. i desideri semplici, dici, non dovrebbero essere inconciliabili. questo dici.
io ti rispondo che sbagli già in partenza. non te lo dico ma in pratica lo faccio, sottintendendo tutta quanta la prima parte del mio discorso: ovvero che sbagli, sbagli già dai primi passi, ed è inevitabile poi tu cada. non inciampi tanto nei desideri semplici, quanto piuttosto nella convinzione iniziale. perché, ti rispondo io, semplicemente, chiaro come il cielo terso di una giornata serena d'estate, non esistono desideri semplici. esistono desideri, ma questi alla fine non sono mai semplici.
tu però giuri e spergiuri di averli visti, quasi fossero unicorni o chimere avvistante in una radura aperta tra gli alberi in mezzo ad una finestra.
voglio le prove, ti chiedo io. lo sai, non mi fido. sono come san tommaso. troppo spesso i sogni si possono confondere con la realtà, muri eretti per fermare bufere o piogge o pianti da una parte diventano facilmente fuscelli, cartapesta appesa tra una stanza e l'altra quando si aprono gli occhi e si abbandona l'onirico.
cosa? sei confusa. questo non c'era nel copione. quasi sorridi, indecisa se prendere sul serio questa mia improvvisa virata o prenderla come una semplice presa in giro.
no, ti tranquillizzo io. non c'era nel copione. ma quello che voglio dire, con questo slancio di improvvisazione, senza starci troppo a pensare perché altrimenti i pensieri diventano vecchi ancora prima di nascere e sai che tristezza assoluta questo sarebbe; quello che voglio dire è che i desideri non sono mai semplici, proprio perché sono desideri.
voglio andare in collina, mi fermi te. con voce sicura, ferma, che non ammette repliche. desidero andare in collina. è un desiderio semplice, basta prendere l'automobile e in un paio d'ore sarei lì. questo è un desiderio semplice.
mi guardi, convinta di avermi messo alle corde, ed aspetti una mai resa. mi dispiace.
a parte, dico io, che bisognerebbe capire quale altro desiderio questo desiderio nasconde.
nessuno, solo questo: la collina.
ma una collina è grande, sai quante cose può nascondere se vuole. questo però non te lo dico.
a parte questo, riprendo a voce, stai parlando di un desiderio, questo si, è semplice, ma stai parlando di un solo desiderio, non di desideri. non lo metto in dubbio, il singolo desiderio preso di per sé può essere semplice, questo è vero; ma è quando si inizia ad accumularli, a parlarne al plurale che inevitabilmente diventano complicati. sono un po' come dei gomitoli di lana buttati dentro una scatola, i desideri. ogni gomitolo un filo, un desiderio, appallottolato in ordine su se stesso; ma quando poi dentro la scatola si iniziano a buttare altri gomitoli, di colori diversi, di desideri diversi, l'ordine va a farsi benedire, come si direbbe dalle mie parti. i fili si ingarbugliano tra di loro, si legano e si intrecciano, formano nodi, arcobaleni così intricati che separarne tutto quanto lo spettro del visibile diventa assai arduo. per questo bisogna sempre fare attenzione, distinguere bene tra desideri e desiderio, perché anche se può sembrare strano sono due animali del tutto diversi, come può essere l'uomo, o anche una persona, presa in solitario e poi calata nel sociale.
da un certo punto di vista, continuo senza darti modo di parlare, mi piacerebbe poterti augurare di avere sempre e solo un singolo desiderio, un solo gomitolo di lana dentro la scatola, in modo da poterne prendere la natura vera di quel desiderio: quando è semplice è semplice, quando è complicato, pace. ma non è possibile, e questo è anche un bene. di desideri ce ne sono sempre tanti, dentro la testa, dentro la scatola, anche se poi non te accorgi. non ti augurerei di avere solo un desiderio alla volta, perché i desideri sono ciò che poi alla fine ti spingono, e più ne hai e meglio è, anche se poi tutti insieme appassionatamente diventano inevitabilmente difficili. avere tanti desideri significa vedere il mondo a colori, averne uno solo ti fa avere la vista monocromatica.
bisogna imparare a prendere un filo e a cercare di districarlo via da tutti gli altri, per quanto difficile questo sia. da quale partiamo? ti chiedo.
dal verde.
andiamo in collina. e ti prendo per mano.

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