martedì 10 agosto 2010

Songs for lovers

è difficile cantare una canzone per gli innamorati, perché loro sono sempre così distratti e incuranti. le parole per esempio non contano, perché di parole loro possono anche fare a meno. guardarsi negli occhi e sfiorarsi, farsi male sognando il bene, ecco cosa conta per loro, a cosa le loro orecchie prestano la sola ed unica attenzione. le note, queste cose distorte o ben suonate: sono orpelli da schivare, qualcosa che non ha il senso di esistere. è inutile fermarsi a studiare arpeggi o rime, baciate o meno, schivate oppure sputate: loro non le sentano neppure.
è difficile cantare una canzone per gli innamorati, cucinare un pranzo, lavarli per bene passando il sapone su tutte le parti del loro corpo, perché loro non sono persone normali ma hanno quattro braccia, tre polmoni; vertebre infinite che arrivano fino al tramonto e anche oltre, strade asfaltate dipinte sul ventre, e ventri che si attorcigliano gli uni sugli altri; gambe lunghe chilometri, con tornanti e viali di circonvallazione attorno tutta quanta la testa. gli innamorati non hanno un prezzo, un costo: hanno l'aria da respirare e da ricacciare fuori non come anidride carbonica ma come vapore cristallino di piccole schegge di sogni. sono persi nei loro mondi, gli innamorati, chiusi dietro porte che gli altri non riescono a capire, che non vedono neppure. si spogliano, si sdraiano, gli innamorati, si intrecciano non solo le mani nelle mani, ma le gambe le braccia, si uniscono sporchi di quello che la loro volontà spinge loro a fare.
è difficile cantare una canzone per gli innamorati, con tutte quelle milioni di parole possibili che grondano glassa dalle loro bocche, così zuccherose, e il miele colante tra le dita che appiccica ogni frase a quello stupido concetto di romanticismo ridicolo. guarda la luna, sogna la luna; prendo un lazzo e la catturo tirandola giù dal cielo. mi sento così scemo da poter partecipare ad un rodeo della stupidità, con altri mille concorrente tutti quanti vestiti da cretini, tutti quanti agghindati uguali a me. ti vorrei credere amore, ma quando sono così sono fatto di te e di tutte quelle sostanze che mi pompano nelle viscere la volgarità di parole vuote, cave, circoncise con un tagli netto e crudo.
è difficile cantare una canzone per gli innamorati, perché anche nel silenzio loro ballano male, vanno fuori tempo anche se non c'è musica. si muovono lenti, sbagliando i passi, camminano seguendo le luci illuminate sul pavimento o sul marciapiede, con la testa per aria, scrutano il cielo, pestando merde, stringendo la mano a merde, salutando merde, diventando merde, con la testa tra le nuvole, alla ricerca di stelle cadenti da poter sfruttare, da cui spremere il succo di un desiderio scialbo e infantile.
è difficile cantare una canzone per gli innamorati: qualsiasi cosa tu dica o faccia per loro non ha importanza. e non cambierà di una virgola la loro ovattata visione del mondo, perché il mondo per loro è rosa e non c'è altra tinta che possa importare, se non la luce dei loro occhi e altre stronzate del genere.

2 commenti:

Carlota, a quarentona ha detto...

I was looking for the word "desideri" and stumbled across your texts. My poor Italian allowed me to understand a little which I liked a lot.

Edward S. Portman ha detto...

thanks very much